Le marittime non tradiscono… da troppo tempo si sentivano voci di innevamento ottimo e di neve eccellente a sud del Po.. e così siamo andati a vedere di persona…
E la scelta è stata azzeccatissima! La nostra meta è la Rocca dell’Abisso 2755 m , con partenza da Limonetto 1354 m. Sono 1401 metri di dislivello… non male.. Arriviamo a Limonetto alle 8 e qualcosa, tempo di prepararsi, ed alle 8.20 partiamo sci ai piedi. Risaliamo una pista da sci per una cinquantina di metri di dislivello, poi la abbandoniamo seguendo una stradina, col Chiamossero proprio di fianco a noi. Di fronte la torre rocciosa della Rocca La Bastrera, e a sinistra la nostra meta, anche se la vetta è nascosta.
L’innevamento su queste montagne nei versanti meno soleggiati è notevole, a 1500 m, versante nord, ci sono un’ottantina di cm di neve. Il manto è perfettamente trasformato e portante, ciò ci fa pensare che ci sono tutti gli ingredienti per una grande sciata. Siamo solo io e Alex, quindi prendiamo la salita con tutta calma, sul fondo del bel vallone. Quando questo si sdoppia, pieghiamo a sinistra, in direzione della cresta di confine con la Francia, salendo per pendii più ripidi, dossi e valloncelli. A quota 1900 m ci fermiamo per uno spuntino, la temperatura è gradevole e la giornata rimane splendida.
Ripartiamo, effettuando un lungo traverso, su un pendio esposto ad est che presenta già neve molle… ci dividiamo, io proseguo diritto ed entro in un valloncello-canale, ci ritroviamo poco sopra.. Nonostante gli scarponi mi diano noia e mi facciano male ai piedi, proseguiamo, ed imbocchiamo così il vallone dell’Abisso, arrivando nei pressi della conca del lago. E qui riaffiorano alla mente parecchi ricordi. Guardo di fronte a me, vedo quel ripido (ed ora invitante) canale di neve. Ricordo di quando io e un’amica avendo perso tutto il gruppo della gita sociale CAI, sbagliammo strada, abbandonando la strada militare e inoltrandoci in questo vallone. Ricordo il canale nevoso a 35°, poi roccette, pietraie… una cresta rocciosa, esposta, con passaggi di I e II°… cenge altrettanto esposte di erba e detriti…fino ad uscire finalmente sui pendii sommitali… finimmo poi quella gita immergendoci la sera nel mare di Ventimiglia..mi chiedo ancora adesso come facemmo ad uscirne… eravamo senza corda, ed in seguito scoprii che avevamo fatto una via valutata PD… incoscienze giovanili…
Lascio da parte i ricordi, e penso al presente. Ci aspetta la parte più tecnica della gita. Un canale-cengia assai ripido, che dà l’accesso ai pendii superiori. Ci portiamo sotto, la pendenza aumenta, ci chiediamo se è il caso di mettere i rampant.. “o adesso o mai più” dice Alex… ci sentiamo di provare senza, la neve non pare così dura. In effetti si sale, con attenzione e concentrazione, lavorando di lamina dove le derapate di chi scende hanno compresso e lisciato la neve. Davanti a noi c’è un ragazzo in difficoltà.. gli sci sono piantati nella neve uno cinque metri più in basso dell’altro, e lui sta scendendo a piedi. Scopriremo quando lo raggiungiamo che è caduto in salita quando era quasi fuori a causa di un crampo.. succede anche questo!
Risaliamo quindi il canale, uscendone e potendoci rilassare un po’. Fosse stata più dura la neve sarebbero stati indispensabili i rampant. La vetta è in vista, si vede la stazione meteo in prossimità del punto culminante. C’è già gente che scende. Usciti dal canale siamo a quota 2400 m, mancano 350 metri alla vetta. Che sembra lì, sembra lì….
Ma non è lì!
A tratti fa molto caldo, e dopo 1200 m di dislivello comincio a sentire il fiato corto… le gambe vanno invece abbastanza bene, solo che siamo quasi stufi di salire… Io mollo un po’ il ritmo, Alex che è davanti a me di qualche minuto pure… Finalmente siam sotto la cima, qualche lungo diagonale, il vento è freddo e assai fastidioso, ma ecco che arrivo anche io su. Proseguo con gli sci fino alla croce di vetta, semisepolta dalla neve. Il vento è insopportabile, e dopo due veloci foto devo scendere rapidamente nei pressi della stazione meteorologica, dove è un po’ più riparato. Il panorama è molto bello sulla val Roja, sull’appennino ligure poco distante… il mare non si vede, e neanche la Corsica…di qua si erge il Monviso, poi tutto si perde nella foschia della pianura cuneese. Mangiamo qualcosa, poi un po’ il freddo, un po’ perché è già tardi, poi ci prepariamo a scendere. Solite operazioni e siamo pronti. Si va! La prima parte è mollina ma spettacolare… due curve e subito mi sento in forma, le gambe rispondono bene. Le crisi delle ultime due gite sembrano lontane. Provo ad affacciarmi su due canalini che avevo visto salendo, ma dopo un paio di curve saltate vedo che il manto superficiale, fortemente umidificato, tende a scivolare via.. per cui lascio perdere, e mi porto sul versante opposto del pendio, dove la neve è più compatta… ed è spettacolare!! Scegliendo i posti giusti, scendiamo tutto il pendio finale con belle curve, finalmente si scia decentemente!
Arriviamo così all’imbocco del canale… faccio una curva, poi vedo che è troppo stretto e soprattutto il fondo è troppo ondulato per azzardarne un’altra, non essendo io un gran sciatore… per cui mi limito a derapare.. in pochi minuti ne sono fuori, attendo Alex, e poi via, il pendio successivo è talmente battuto da sembrare una pista.. figata!
E poi sempre meglio… prendiamo due vie diverse presi dall’entusiasmo di ricercare i tratti migliori, io vado a sinistra, e pennello curve sul velluto… quanto mi mancava questo tipo di neve!! Altro valloncello canale, poi quel lungo traverso, e siamo a circa 2000 metri. E ancora giù, invece di seguire le tracce della salita, mi fiondo giù per un muretto a 40° breve ma di neve perfetta, morbida al punto giusto, e siamo sul fondo del valloncello. E poi ancora pendii fantastici, son quelli che han preso poco sole nella giornata, e sono perfetti, siamo felicissimi finalmente di sciare su una neve così.
Mi dispiace ma farina o non farina, è questa la MIA neve, quella che mi riporta ai ricordi delle mie prime gite primaverili, discese memorabili e indimenticabili… e questa si merita un buon posto!! E’ così bella che, nonostante siano 1400 m di sciata, sta già per finire… siamo sul fondo del vallone, ecco la stradina dove la neve molle vista l’ora costringe a spingere un po’, ed eccoci sulla ciliegina finale… la pista di discesa, bella massacrata a quell’ora, per i “pistaioli” forse non sarà il massimo, ma per me è perfetta… ce la “ciucciamo” in pochi secondi…. Cacchio è già finita!!
Ma Alex si fa avanti, e chiede se ci fanno fare un giro a scrocco sulla seggiovia… e siccome è l’ultimo giorno di apertura di questi impianti, ce lo concedono! Evvai, cosa non si fa per qualche curva in più.. lasciamo gli zaini e via… presi dall’entusiasmo non prendiamo né il pile né la macchina foto, e sulla seggiovia siamo esposti ai quattro venti… arriviamo a quota 1742 m, ed ora siamo pronti per il gran finale!
300 m di sciata spettacolare, un po’ sulla pista in condizioni primaverili, con qualche divagazione fuoripista su ottimo firn, non c’è differenza fuori o dentro la pista, è tutta perfetta!! Pochi minuti e siamo giù al piazzale, stavolta è proprio finita! 1700 m di sciata di grande soddisfazione, era ora!!
Sono felicissimo e neanche troppo stanco, ci cambiamo e via al bar, per innaffiare con una birra media gelata questa grandiosa gita! E non è finita… anche il bar chiude oggi, quindi ci offrono spumante e torte aggratis… quale miglior conclusione per questa giornata??
Alle 16.30, dopo un’ora e mezza di relax, ci avviamo verso casa. Mi aspettano 170 km di guida. Arriverò all’ovile cotto e stracotto ma soddisfatto e felice, con un bilancio della giornata estremamente positivo. Un gitone, 1400 m di salita e 1700 di discesa, un bello spostamento, una bella cima su cui sono stato felice di tornare, e soprattutto una grande, emozionante sciata, indubbiamente la migliore della stagione, che risolleva una stagione finora non delle migliori… grande giornata, in compagnia di uno dei più cari amici!
Album foto qui: www.roby4061.it/photobook/abisso.htm
Fantastiche foto! Complimenti ;)
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