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giovedì 27 maggio 2010

Transumanza

Questa mattina alle 2.15 è passata la prima mandria diretta verso le Valli di Lanzo.. in anticipo rispetto agli altri anni, e non ho capito il motivo, visto che in alto la stagione è in ritardo..


Pur essendo svegliato nel cuore della notte dal frastuono di un centinaio di vacche con i campanacci, è sempre un bello spettacolo, vale la pena alzarsi e guardarle passare.


Sono più di trent'anni che assisto a questa bella tradizione :-)



 

lunedì 10 maggio 2010

Chaberton




"Quassù la legge non arriva, Nefele. Qui la legge è il nevaio, la bufera, la tenebra. E quando viene il giorno chiaro e tu ti accosti leggera rupe, è troppo bello per pensarci ancora"

Cesare Pavese

lunedì 3 maggio 2010

3 maggio 2003


Sono già passati sette anni.
 
Sette anni in cui ne sono successe di cose…avrei voluto raccontarti di nuove montagne, di ghiacciai, di rocce, di quattromila, di sciate che quando mi accompagnasti nelle mie prime gite sci alpinistiche mi sarei solo sognato di fare.
 
Sicuramente saresti stato felice di vedermi migliorare anno in anno, rispetto a quella prima gita del gennaio ’99 in cui cadevo ad ogni curva come un sacco di patate.
 
Magari mi avresti anche preso un po’ per pazzo e me ne avresti dette di tutti i colori se ti avessi fatto vedere la foto del canale della Becca di Gay, o magari invece ne saresti stato orgoglioso. Chissà se da quella prima gita mi avresti immaginato a fare pure l’aiuto-istruttore...
 
Chissà..
 
Chissà cosa avresti pensato del mio ritorno all’arrampicata dopo l’esperienza negativa della Ribaldone.. beh su questo, in effetti, ci avrei scommesso poco pure io…
 
Avrei voluto, in questi anni, farti vedere come è cresciuto il mio sito, che non sarebbe mai nato senza l’imprinting che mi hai dato verso il mondo delle “terre alte”.
 
Avrei voluto raccontarti di montagne desiderate e sognate da tempo, e poi salite con fatica e magari “osando” un po’ troppo. Avrei voluto descriverti l’emozione che provai, quel giorno di fine luglio 2006, quando mi affacciai sul colle di Valnontey, e vidi il ghiacciaio della Tribolazione, che percorsi con lo sguardo fino a quel campeggio un po’ spartano, ma a cui noi eravamo affezionati. E nel mentre mi rivedevo mentre camminavamo per la strada per Valmiana, luglio 1995, e ti dicevo “ho deciso, l’anno prossimo mi iscrivo al CAI”.
 
Avrei voluto raccontarti l’emozione provata quando finalmente raggiunsi la Madonnina del Gran Paradiso, l’unico quattromila che salisti pure tu.
 
Avrei voluto farti conoscere le persone entrate nella mia vita in questi anni, sia delle molte che ci sono ancora, sia di quelle che han preso altre strade.
 
Avrei voluto farti conoscere i miei amici di montagna, i miei “soci” di sciate, ascensioni, arrampicate, semplici passeggiate. Sicuramente ti sarebbero piaciuti e saresti andato d’accordissimo con loro, e saresti stato felice nel vedermi “girare per montagne” con un così bel gruppo di compagni e compagne. Del resto, come hai avuto anche modo di imparare tu negli anni sessanta e settanta, la montagna crea profondi legami d’amicizia e fiducia che durano una vita intera.
 
So per certo che in questi anni mi hai seguito lo stesso, e tutto quel che mi è successo non è necessario che te lo racconti, perché in fondo sei sempre stato e continuerai ad essere qui. Ma so anche che non è la stessa cosa, purtroppo. Sei stato pur sempre un punto di riferimento che è venuto a mancare, ed un punto di riferimento come un padre, è e rimane unico e insostituibile.
 
E’ vero che non si è eterni e tutti, prima o poi, ce ne dobbiamo andare, ma avrei sperato di poter ancora parlare “a voce” con te per molti e molti anni, di poterti raccontare queste cose “dal vivo”.
 
Purtroppo è andata diversamente, e non potevamo certo immaginarlo, ho solo il rimpianto che la “malattia dei monti” non mi sia venuta prima, avremmo potuto condividere qualche anno in più di sentieri, rocce e nevai.
 
Ma la gratitudine per avermi trasmesso nel DNA l’amore per la montagna è e rimarrà sempre immensa. E la mamma e Luisa, mi assecondano, anche se sicuramente con qualche remora in più, nelle mie scorribande alpine, perché sanno che quello è il mio mondo.
 
Sono passati sette anni da quel caldo 3 maggio 2003, da quella mattina quando alle 8.45, lasciasti questa stanza per salire in Cielo.
 
Quel giorno “terminasti la tua salita più difficile e salisti sulla cima della montagna più alta”.
 
Ciao Pà.
 
3 maggio 2010




31 ottobre 1998, rifugio Ferreri 2200 m, vallone della Gura.