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mercoledì 28 febbraio 2007

il primo farmaco open source

ogni tanto anche qualche bella notizia.


Da la Repubblica di oggi:









Il primo marzo verrà lanciato un farmaco contro la malaria che si può definire rivoluzionario: non è coperto da brevetto, può essere copiato da chiunque e, più semplicemente, non ha come scopo il profitto. L'Asaq, questo il suo nome, è frutto di una collaborazione tra "Drugs for Neglected Diseases Initiative" (Dndi), ente non profit di ricerca e sviluppo fondato nel 2003 da Medici Senza Frontiere, e il laboratorio farmaceutico francese Sanofi-Aventis. E' il primo farmaco prodotto secondo i criteri del Dndi che rappresentano novità assolute, tanto che il supplemento economico del quotidiano francese "Le Monde" gli ha dedicato la sua prima pagina, definendolo nel titolo "Il farmaco che sconvolge l'industria farmaceutica".


Articolo completo:


http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/farmaco-malaria-africa/farmaco-malaria-africa/farmaco-malaria-africa.html


Ci vorrebbero più persone come queste in questo mondo.



 


 

lunedì 26 febbraio 2007

föhn

che bello fuori.

c'è il föhn, un buon odore di campagna e montagna, l'aria che scende a raffiche violente dai monti.

che si porti via definitivamente un inverno che non è mai arrivato.

ho voglia di primavera.

ma quella vera.

domenica 25 febbraio 2007

pit stop tecnico..

We da dimenticare...

Ieri mi ha preso un maledetto torcicollo/contrattura alla spalla destra. Per tutto il pomeriggio la piacevole sensazione di avere un coltello piantato nella schiena...

Solo con l'aulin è diminuito nella notte..

Oggi ovviamente non mi son fidato ad andare via, anche se sembra passato quasi del tutto.

WE senza montagna, chiuso in casa.



Pit Stop per motivi tecnici.

Ed è meglio non pensare a domani...

giovedì 22 febbraio 2007

confortevolmente insensibile

comfortably numb - pink floyd



Hello.
Is there anybody in there?
Just nod if you can hear me.
Is there anyone home?

Come on, now.
I hear youre feeling down.
Well I can ease your pain,
Get you on your feet again.

Relax.
I need some information first.
Just the basic facts:
Can you show me where it hurts?

There is no pain, you are receding.
A distant ships smoke on the horizon.
You are only coming through in waves.
Your lips move but I cant hear what youre sayin.
When I was a child I had a fever.
My hands felt just like two balloons.
Now I got that feeling once again.
I cant explain, you would not understand.
This is not how I am.
I have become comfortably numb.

Ok.
Just a little pinprick. [ping]
Therell be no more --aaaaaahhhhh!
But you may feel a little sick.

Can you stand up?
I do believe its working. good.
Thatll keep you going for the show.
Come on its time to go.

There is no pain, you are receding.
A distant ships smoke on the horizon.
You are only coming through in waves.
Your lips move but I cant hear what youre sayin.
When I was a child I caught a fleeting glimpse,
Out of the corner of my eye.
I turned to look but it was gone.
I cannot put my finger on it now.
The child is grown, the dream is gone.
I have become comfortably numb.



mercoledì 21 febbraio 2007

sbam..

il governo è caduto.

si è fatto male lui, ed anche molti di noi.

proprio quel che ci voleva.

notevoli anche i cori da stadio al senato.

che manica di buffoni, nessuno escluso.

oggi è decisamente una giornataccia.

speriamo almeno non torni Colui.

sgrunt

 


lunedì 19 febbraio 2007

amelie

stasera finalmente ho guardato il famoso mondo di amelie.



caruccio il film, caruccia l'attrice...

non ne sono sicuro, ma credo di aver colto il messaggio del film.. :-)

domenica 18 febbraio 2007

ciliegi in fiore



lo avevo già visto ieri scendendo da ozein, oggi visto che salivo a cogne mi sono fermato a fotografarlo.

non era il solo, sopra aymavilles, a circa 700 m, un ciliegio in fiore. o almeno, credo sia un ciliegio.

è il 18 febbraio. credo siano quasi due mesi di anticipo.

non aggiungo altri commenti.








venerdì 16 febbraio 2007

m'illumino di meno

16 febbraio 2007 , Giornata del risparmio energetico
Aderisci all'iniziativa di Radio 2 "Mi illumino di meno"
Oggi alle 18.00 spegni tutti i dispositivi elettrici non indispensabili



http://www.radio.rai.it/radio2/caterueb2006/millumino/index.cfm


 


 


 




mercoledì 14 febbraio 2007

vivere

dedicata al Pirata e a tutte le persone fragili.....

Vivere
è passato tanto tempo
Vivere!
è un ricordo senza tempo
Vivere
è un po' come perder tempo
Vivere.....e Sorridere!.......
VIVERE!
è passato tanto tempo
VIVERE!
è un ricordo senza tempo
VIVERE!
è un po' come perder tempo
VIVERE....e Sorridere dei guai
così come non hai fatto mai
e poi pensare che domani sarà sempre meglio
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!

Vivere!
e sperare di star meglio
Vivere
e non essere mai contento
Vivere
come stare sempre al vento
VIVERE!......COME RIDERE!!!

VIVERE!
anche se sei morto dentro
VIVERE!
e devi essere sempre contento!
VIVERE!
è come un comandamento
VIVERE..... o SOPRAVVIVERE....
senza perdersi d'animo mai
e combattere e lottare contro tutto contro!.....
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!.....

VIVERE
e sperare di star meglio
VIVERE VIVERE
e non essere mai contento
VIVERE VIVERE
e restare sempre al vento a
VIVERE.....e sorridere dei guai
proprio (così) come non hai fatto mai
e pensare che domani sarà sempre meglio!!!!!



continua a correre, pirata..

14 febbraio.


3 anni fa se ne andava Marco Pantani. Si è scritto e detto di tutto su quest'uomo. Ma ricorderò che è stato con le sue imprese nel Giro del 1998 e nel Tour dello stesso anno che ho cominciato a seguire il ciclismo.


Ricorderò la sua vicenda, su cui ora non voglio esprimermi, ricorderò quello che comunque è stato un dramma per un uomo fragile.


Ricorderò lo sgomento di quando lessi quella notizia, la mattina del 15 febbraio, leggendola sul Televideo.


Continua a correre Marco, continua a correre..


Sento ancora la voce di De Zan.................... " scatta Pantani !!!!!! "



Ciao Pirata.


14 febbraio 2004 - 14 febbraio 2007



 

lunedì 12 febbraio 2007

ritratti di vetta

ho voluto raccogliere in uno slideshow momenti, volti, ritratti di amici con cui ho camminato, gioito e talvolta sofferto su per le montagne...

mi pare un'idea carina.

perchè la montagna non è fatta solo di aria, rocce, ghiaccio e neve, ma anche di volti e persone e amici.

http://www.roby4061.it/2005/mounts/album/amici2006/index.html

domenica 11 febbraio 2007

inverno..

che bello oggi...

partiti sotto una nevicata, che ci ha accompagnato quasi tutto il giorno.. oltre i 2000 metri si è aggiunto un forte vento che ti sbatteva la neve sulla faccia, ti intirizziva, ti entrava nelle ossa... togliere le pelli nella bufera, visibilità nulla, il gelo che ti morde le mani, lo zaino ricoperto di brina, e poi scendi alla cieca, spinto dal vento che turbina neve tutto intorno, e pian piano che scendi verso valle la visibilità aumenta, il freddo cala un po, le nubi si squarciano ed esce un pallido sole, mentre cadono gli ultimi fiocchi di neve...

arrivi all'auto, l'azzurro invade il cielo..

ma che bello è stato finalmente vivere un giorno d'inverno, naufragare nel bianco e nel gelo di una tormenta...

mi mancava.



sabato 10 febbraio 2007

un anno fa le Olimpiadi

10 febbraio 2006: mi ricorderò sempre di quel giorno e dei 17 giorni sucessivi.... è già passato un anno... voglio regalarvi le riflessioni che scrissi a mente fredda, conclusi i giochi. Non aggiungo altro, lascio spazio ai ricordi di un anno fa.

RIFLESSIONI SU UN'OLIMPIADE


E così sono finite. Domenica sera la fiamma Olimpica si è spenta. Appuntamento a Vancouver 2010. Sono stati 17 giorni emozionanti. E' dal 1992 che vivo abbastanza in fondo le Olimpiadi, sia estive che invernali. Queste ultime dalla memorabile edizione di Lillehammer 1994, forse la più bella mai realizzata. Ma devo dire che Torino ha fatto la sua figura. Ci lascia una bella eredità, che speriamo venga sapientemente mantenuta e tramandata in futuro. Oltre alla radicale e bella trasformazione urbanistica (certi quartieri di Torino ora assomigliano alla Defense di Parigi o alla nuova Berlino), con dei begli impianti, che si spera abbiano un roseo futuro, credo che sia il bagaglio socio-culturale che questi giochi han portato, che va fatto crescere. Si pensava che Torino sarebbe rimasta fredda di fronte all'evento, è stato tutto il contrario. Porterò con me tante emozioni. Vivere un'Olimpiade così da vicino non capita a tutti. E l'ho vissuta fino in fondo..A cominciare dal quell'8 febbraio, quando la fiaccola ha attraversato le vie di Settimo, dove lavoro, e tutto lo studio si è fermato, ed è uscito, insieme a migliaia di settimesi. E poi quel venerdì sera, quello dell'inaugurazione. Il traffico in tilt sulla tangenziale, nei pressi dell'aeroporto. L'odissea per tornare a casa, appena in tempo per la cerimonia. Che è stata davvero bella. Alcuni momenti da brivido, come l'inno nazionale cantato da quella bambina di nove anni..E la sfilata degli atleti, sempre un momento emozionante. E la commozione di vedere accendere il braciere dalla mitica Stefy Belmondo, di sentire i fuochi artificiali da casa mia, a 27 km da quello stadio olimpico. Ed il giorno dopo è cominciata davvero. Gli atleti, le gare sono diventate protagoniste. E domenica è arrivata la prima medaglia azzurra, Enrico Fabris, bronzo nel pattinaggio velocità 5000 metri. E han cominciato ad emergere, volti, atleti e personaggi di quest'olimpiade. E medaglie d'oro come quella di Zoeggeler nello slittino. E storie. Come quella della cinese Zhang, caduta rovinosamente durante la gara di pattinaggio di figura a coppie e rimandata in pista dall'allenatore. E ha portato a casa l'argento. Le gare di pattinaggio artistico ancora una volta hanno offerto spettacolo. E fatto emergere personaggi: Plushenko, Navka-Kostomarov, Sasha Cohen, Irina Slutskaya, Shizuka Arakawa, Totmianina-Marinin. i medaglisti d'oro che poi si sono rivisti nel gran galà di venerdì 24, un vero spettacolo.E i nostri Kostner, Fontana, Fusar Poli, Margaglio, Faiella, Scala che per un po ci han fatto anche sognare. Storie d'un'olimpiade. ..E così anche io, preso dalla "voglia di esserci", martedì 14 eccomi a Torino Olimpica. Sono mesi che non vado in città, la trovo diversa, davvero un'altra. E' emozionante trovarsi allo stadio, sotto la grande fiaccola che illuminerà Torino in questi diciassette giorni. Con l'amica Chiara visitiamo anche il centro, brulicante di persone, molti italiani, moltissimi torinesi, ma anche stranieri di tutte le nazionalità, atleti, televisioni. E poi la partita di hockey femminile, USA-Finlandia. Bella, bello soprattutto lo spettacolo offerto dal tifo colorato degli americani. E che bello vedere tanta gente in giro a tarda sera..
E mentre lo sci alpino delude, ecco che sport "minori" escono alla ribalta.il curling, vera e propria rivelazione, il pattinaggio di velocità. Che brividi nel ricordare la gara di inseguimento a squadre coi nostri Fabris, Donagrandi, Anesi, Sanfratello che vincono l'oro in una gara esaltante. Che brividi. E la sera stessa mi ritrovo a Casa Olanda, in un'atmosfera festosa e allegra, in un miscuglio di nazionalità. E altre pagine si scrivono su queste Olimpiadi. Le ragazze della staffetta di fondo conquistano una meritatissima medaglia di bronzo nella staffetta di sci nordico a Pragelato, sotto una fitta nevicata. Quella neve che finalmente è arrivata sulle nostre montagne, dando loro finalmente il giusto aspetto. Sabato 18, la notte bianca olimpica. Rieccomi a Torino per un evento unico. Mezzo milione di persone per le vie del centro. Gente che fa festa, gruppi di svizzeri, canadesi, giapponesi, americani con bandiere, cappelli, stendardi. Un clima festoso che non ho mai visto nemmeno lontanamente a Torino. E altre emozioni si scrivono domenica 19. Quando i ragazzi dello sci di fondo trionfano in una staffetta memorabile. Che riporta la mia mente a Lillehammer 94, quando conquistarono la medaglia d'oro battendo i mitici norvegesi a casa loro, davanti al loro pubblico. Che emozione vedere Christian Zorzi tagliare solitario il traguardo e chiedere il silenzio. E quei quattro ragazzi impazziti di gioia cantare a squarciagola davanti alle telecamere. E che bella quella premiazione sotto una fittissima nevicata in Piazza Castello a Torino. Peccato non essere là dal vivo. E arrivano altre medaglie. Slittino doppio maschile, bob a due femminile, e ancora Enrico Fabris, medaglia d'oro nei 1500 m di pattinaggio. Si, anche se lo sci non ha regalato emozioni, questi atleti hanno comunque regalato bei momenti. E anche le ragazze dello short track, con una medaglia meritata e raggiunta in modo rocambolesco. Ricorderò ancora il bel clima festoso a Casa Turingia. E così i giorni passano in fretta. Le emozioni anche. Siamo quasi alla fine. Niente più gare ascoltate alla radio, viste in TV, nella speranza di vedere qualche medaglia. Speranza qualche volta andata a buon fine. Si ripete la notte bianca, con ancora più gente in giro per la città. Si sa che stanno per finire, ancora un po e tutto tornerà come prima. Ma c'è ancora spazio per sognare, vivere una gara dal vivo. Domenica a Pragelato ho vissuto una delle pagine più emozionanti dello sport italiano e della mia vita. Difficile da descrivere. Il clima della 50 km di fondo, in una giornata di sole fantastica, in una pista affollatissima di gente, bandiere di tutti i colori. E il tifo da stadio per tutti, dico tutti gli atleti impegnati nella maratona delle Olimpiadi Invernali. E il momento in cui Giorgio di Centa ha tagliato il traguardo e la folla è esplosa in un tripudio di gioia lo ricorderò per sempre, mi fa venire i brividi. Così come l'invasione di pista, l'inno nazionale cantato a squarciagola da migliaia di persone. Che bello, vivere una gara olimpica di questa intensità dal vivo. Con questa ho chiuso in bellezza quest'olimpiade. La sera, la cerimonia di chiusura, offre ancora momenti di commozione. Poi la torcia si spegne, i giochi invernali di Torino 2006 si chiudono. "Ce l'abbiamo fatta". E in effetti è vero. Sono andate bene. Pure io ero scettico qualche mese fa. Ma invece sono andate bene, sono stati dei bei giochi, certo qualche intoppo c'è stato, ma la perfezione non esiste. Se non altro dal punto di vista delle emozioni, anche questa olimpiade ne ha regalato parecchie, insieme alle sue storie, vite, colori, persone, atleti, volontari, quei volontari che penso abbiano dato un contributo fondamentale alla buona riuscita di Torino 2006. Un grazie anche a loro è d'obbligo, così come a tutti quelli che ci hanno offerto questi 17 giorni vissuti davvero da vicino. Ora che la fiamma è spenta, che non ci sono più gare, che gli atleti sono tornati a casa, che i giochi sono finiti, si avverte un malinconico senso di vuoto. Vengono i brividi a pensare a ciò che abbiamo vissuto, a ciò che ho vissuto in prima persona. E' tutto bagaglio di ricordi, ora.

La fiamma olimpica è idealmente già in viaggio verso Vancouver. E io? E noi?

Beh, io, noi, con le nostre emozioni ben chiuse nel cuore, per ora, forse, rimaniamo qui.


"passion lives here"

Villanova Canavese, 28 febbraio 2006

mercoledì 7 febbraio 2007

nostalgia

l'anno senza inverno. scrissi un racconto, ad inizio novembre, su un ipotetico anno in cui non arrivava l'inverno. il primo di una lunga serie.


[...] mentre era lassù pensava “prima o poi finirà questo incubo… ancora poche settimane e sarà di nuovo inverno”. Così pensava.


Ma non fu così. Lui aspettava l’autunno, l’inverno, la neve che tornasse a ricoprire i fianchi delle sue montagne. Non arrivarono. Né l’autunno, né l’inverno, né la neve. Quell’anno fu il punto di non ritorno. Si sapeva che sarebbe dovuto succedere prima o poi, già dalla fine degli anni ottanta del secolo scorso era chiara la tendenza che stava prendendo il clima. [...]

questo scrivevo. mai avrei pensato che quest'anno l'inverno non si sarebbe fatto vedere. certo, siamo al 7 febbraio. ci sarebbero ancora circa tre settimane. ma il fatto è che l'inverno, il vero inverno, come lo ricordo io, quest'anno non si è visto. non si è visto il freddo, se non per pochi giorni, non s'è MAI visto neanche un fiocco di neve qui da me, se ne è vista pochissima in montagna.

a mia memoria non ricordo un inverno in cui non si sia neanche visto un fiocchetto di neve.

certo, non serve a nulla arrabbiarsi, nè tantomeno strapparsi i capelli o essere infelici per questo.

ma un po di nostalgia viene. in una stagione indefinibile che dura da mesi, dove si sentono cantare uccelli che generalmente arrivano ad aprile, dove vedi fiorire violette, primule e margherite, dove vedi le montagne prevalentemente marroni, i prati verdi, un po di nostalgia viene.

mi manca il freddo, quel sano freddo di dicembre, gennaio, febbraio. mi manca la neve. mi manca uscire di casa battendo i denti, tutto bianco per la brina, mi manca il ghiaccio, mi mancano le montagne innevate.

è ovvio che il ricordo corre agli anni della mia infanzia, quando nevicava tantissimo, ogni inverno, quando le stagioni erano fedeli alla realtà. quando uscivo di casa tutto imbacuccato con la slitta e andavo con mia sorella e mio cugino nel prato davanti a casa. mi ricordo del fosso gelato per settimane, del freddo che avevamo patito ma che ci fortificava.

stasera, uscendo dall'ufficio, respirando quest'aria umida primaverile, non poteva che venirmi nostalgia. non ci si può fare niente, forse stiamo distruggendo il pianeta, forse è un ciclo naturale, certo è che finora l'inverno non è arrivato. e molto probabilmente non arriverà.

e pensare che lo scorso anno neve se ne è vista poca, ma almeno si sentiva che era inverno, faceva freddo. in cuor mio non avrei mai pensato di vivere una stagione simile. non avrei mai pensato di vivere un anno dove l'inverno non arrivava.

e vien da chiedersi come sarà la primavera, come sarà l'estate. sarà vero che si è rotto un equilibrio, come scrivevo nel mio racconto? oppure le stagioni torneranno ad essere come devono essere? l'anno prossimo potremo riassaporare il gusto dell'inverno?

chi lo sa...

per ora guardo fuori, annuso l'aria, sento il respiro umido che risale dal terreno, mentre nella mia mente mi riaffiorano immagini di ciò che era e spero tornerà, un giorno.





martedì 6 febbraio 2007

Lentamente muore

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità


Pablo Neruda

lunedì 5 febbraio 2007

I don't like monday

Oggi, lunedi.


Mi sono alzato in ritardo.


La macchina non è partita perchè la batteria mi ha abbandonato.


Ho preso la macchina di mia sorella.


Sono partito in ritardo.


Qui in città c'è la solita stramaledetta nebbia.


Tuttavia ho trovato parcheggio facilmente...


Mentre venivo qui mi sono venute in mente due canzoni "ad hoc". Una è "Odio i lunedì" di Vasco Rossi.


L'altra ha più o meno lo stesso, titolo. Bob Geldof, "I don't like monday".


Cominciamo la giornata in musica..


sabato 3 febbraio 2007

ohne dich

Senza di te



Andrò tra gli abeti
dove ho visto lei per l'ultima volta
la sera getta un velo sulla terra
e sul sentiero sotto le somme degli alberi
e il bosco diventa così nero e vuoto
oh sono io, oh
e gli uccelli non cantano più

Senza te non posso stare
Senza te
Anche con te sono solo
Senza te
Senza te conto le ore senza te
Con te i secondi rimangono fermi
Non hanno valore

Sui rami nelle fosse
è tutto quieto e senza vita
e il respiro è così pesante
oh sono io, oh
e gli uccelli non cantano più

Senza te non posso stare
Senza te
Anche con te sono solo
Senza te
Senza te conto le ore senza te
Con te i secondi rimangono fermi
Non hanno valore senza te





notturno

notturno d'inverno
notturno di luna piena
si riflette
sulla condensa
di un bicchiere di buona birra
tra i soliti mille pensieri
prima di abbandonarsi
tra i soliti mille sogni

giovedì 1 febbraio 2007

The Wall

stasera ho voluto riguardarmi questo film, visto che mi pare quest'anno siano 25 anni dalla sua uscita.

The Wall, diretto da Alan Parker, il film dei Pink Floyd.

E' complesso da capire, sicuramente... ma un solo commento.



Geniale.

i migliori scatti fotografici del 2006

Ho raccolto in una specie di slideshow in dissolvenza alcuni degli scatti migliori dello scorso anno...


www.roby4061.it/2005/mounts/album/2006/index.html


Per vedere la dissolvenza è necessario aprirlo con internet explorer...


Buona visione.