Statistiche

venerdì 27 aprile 2007

Oberland Express

Domani mattina  sveglia ore 3.15 e partenza alle 4 da Venaria, rendez vous con gli altri soci all’autogrill di Villarboit alle 4.30…


Proseguiremo per il passo del Sempione e per Briga, dove ci divideremo. Quattro di noi saliranno verso Fafleralp, e da lì risaliranno la lunghissima Loeschental fino alla Loschenlucke, e scenderanno fino a Konkordiaplatz e la Konkordiahutte.


In tre invece abbiamo deciso che prenderemo il treno da Briga allo Jungfraujoch… il costosissimo trenino
dell’Eiger!! Quattro ore e mezza di treno, passando da Interlaken, e salendo fino a Grindelwald, di fronte
all’Eigerwand, entrando nelle viscere della montagna e sbucando allo Jungfraujoch a 3470 m. Di qui scenderemo i 6-7 km di ghiacciaio fino alla Konkordiahutte.


Il gruppo si riunirà quindi al rifugio, a 2850 m di quota (la si raggiungerà con una micidiale scalinata di 120 metri di dislivello….).


L’indomani, domenica 29 aprile, se le condizioni lo permettono, faremo la traversata dei due Fieshernorn: Gross Fiesherhorn 4049 m e Hinter Fiescherhorn 4025 m. Scenderemo quindi per un ghiacciaio enorme, con un tratto molto complicato per i seracchi, alla Finsteraarhorn hutte 3048 m.


In caso contrario, opteremo per il semplice trasferimento dalla Konkordiahutte alla Finsteraarhorn hutte, passando per il Grunhornlucke 3280 m, magari salendo il Wyssnollen 3590 m.


Il terzo giorno, lunedì 30, se non li avremo saliti prima faremo i due Fiesherhorn, oppure il Gross Wannenhorn 3890 m, e ritorno alla Finsteraarhornhutte.


L’ultimo giorno, martedì 1° maggio, il lungo rientro. Lasceremo il rifugio, scenderemo il Walliser glestcher fino a 2500 m, risaliremo alla Garminlicke 3170 m circa, dalla quale scenderemo su Münster 1370 m… probabilmente scieremo solo fino a 2200-2100 m, il resto sarà un massacro sci a spalle…


A Münster prenderemo il treno che ci riporterà a Briga, dove finalmente potremo cambiarci…Andremo poi a riprendere l’auto dei nostri compagni a Fafleralp, e quindi il rientro in Italia.


Programma ambizioso… saranno  4 giorni intensi, per certi versi massacranti, ma credo anche che ciò che vedremo coi nostri occhi varrà il prezzo della fatica che faremo… tornerò probabilmente disfatto, ma in ogni caso sono sicuro che sarà un’esperienza indimenticabile…


E’ ora quindi, dopo due mesi di preparativi, domani è il gran giorno.


L’Oberland Express è in partenza.


Ci si rivede su questi schermi non prima del 2 maggio.


See you soon people!



Oberland Express

mercoledì 25 aprile 2007

Liberazione

Oggi è una giornata particolare. E sappiamo tutti, almeno spero, perché.

 



Ho girato molto per i sentieri e le montagne delle mie valli, e molte volte ho pensato ai giorni e agli anni della Resistenza. Quante volte, mentre salivo o scendevo per un sentiero, o passavo vicino ad una baita in rovina, ho pensato che in quei giorni, ragazzi come me, della mia età, combattevano su per valli, valloni e creste, conquistando e perdendo una montagna, perdendo amici, compagni, padri, fratelli, combattendo per un ideale, per la libertà.



Quante volte l’ho pensato. E quante riflessioni, ogni volta, hanno accompagnato quel pensiero.



Mi torna spesso in mente il finale di “Mediterraneo”, un fantastico film di Gabriele Salvatores, in cui il tenente chiede al sergente Lo Russo (Abatantuono), come mai era tornato in quell’isoletta sperduta nell’Egeo…



E lui, amareggiato, che anni prima era convinto che si sarebbe cambiato davvero questo Paese, rispose “Non ci hanno lasciato cambiare niente”… e poi si girava con lo sguardo verso il mare.



Quella scena è memorabile, e ricca di significati.



Ma è indispensabile ricordare quanti giovani sono morti per la Libertà, la Giustizia ed l’Eguaglianza sociale. Ed ogni volta che percorrerò un sentiero delle mie valli, mi ricorderò di loro.



Mi ricorderò che avevano magari anche solo vent’anni… ma combatterono per un giusto ideale.


 


LI – BER – TA’


 


O ragazza dalle guance di pesca,
O ragazza dalle guance d'aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all'età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.


Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.


Silenziosi sugli aghi di pino,
Su spinosi ricci di castagna,
Una squadra nel buio mattino
Discendeva l'oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
Ad assaltar caposaldi nemici
Conquistandoci l'armi in battaglia
Scalzi e laceri eppure felici.


Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.


Non è detto che fossimo santi, 
L'eroismo non è sovrumano,
Corri, abbassati, dài, balza avanti,
Ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
L'avvenire d'un mondo più umano
E più giusto, più libero e lieto.


Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.


Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
Che non sanno la storia di ieri.
lo son solo e passeggio tra i tigli
Con te, cara, che allora non c'eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
Quelle nostre speranze d'allora,
Rivivessero in quel che tu speri,
O ragazza color dell'aurora.


Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.

domenica 22 aprile 2007

tale padre, tale figlio..

Oggi, approfittando dello stop montagnoso, preparavo già la roba per la piccola spedizione in Oberland del 28 aprile... e m'è ovviamente venuta sotto mano la mia tessera CAI.

Madò, che giovinetto imberbe.... una foto ridicola, ma mi fa sorridere, sia per come ero allora, sia per tutto quel che è successo da quel giorno di marzo 1996 che tornai a casa con la mia tessera nuova di zecca...

E mi è venuto voglia di fare un paragone... tra la mia tessera, e quella del mio papà, del 1970.....

Che dire....anche se a me la passione è esplosa solo a 18 anni, tale padre, tale figlio...





In queste foto non ci assomigliamo per niente...

Ciao Pa.

sabato 21 aprile 2007

pit stop & riflessioni......

No, non sono ancora in forma. Forse è saggio che domani mi fermi ai box.

Forse in questo periodo sto di nuovo chiedendo troppo al mio fisico, e forse questi sbalzi di pressione è il modo in cui il mio fisico cerca di far capire alla mia mente che devo riposarmi un attimo. Evidentemente il riposo notturno non basta..

E vabbè... ascoltiamolo, oggi e domani relax. Non voglio giocarmi l'Oberland per una cazzata. E sì, perchè sabato prossimo a quest'ora dovrò essere sul ghiacciaio dell'Alescht, Oberland Bernese. E dovrò essere in piena forma.

Per cui, mi fermo ai box per questo fine settimana.

Tra l'altro oggi è un anniversario. Undici anni fa cominciava "ufficialmente" la mia avventura su per i monti... lo scorso anno scrissi queste riflessioni........

le riporto su, gli anni non sono più dieci, sono undici, ma la sostanza non cambia. E' quello che ancora sento, e che credo sentirò sempre.

E così sono ben dieci anni che vado in montagna..

Esattamente il 21 aprile 1996 iniziava la mia avventura per sentieri, colli, ghiacciai e vette.Nata un po' così, improvvisamente da un anno all'altro esplose in me la passione per la montagna.

Difficile dirne il motivo. O forse, in fondo, penso di poter sapere quale fu la molla che mi spinse verso questo mondo.ma la tengo nascosta.

Ricordo abbastanza bene quel 21 aprile di dieci anni fa. un tentativo di salita al Monte Corno, sopra Vallo, naufragato nel bosco impenetrabile, sconfitto dalla montagna e dal fisico, quello d'un 18enne del tutto fuori allenamento..

Devo ancora portarla a termine quella salita.Chissà magari rimarrà la mia Cima d'Entrelor come per Renato Chabod nel suo famoso libro.Ma dopo quella furono subito altre vette, prima nelle valli di Lanzo, prima in assoluto la Punta Lunelle, col corso di escursionismo del CAI, dove conobbi alcuni amici con cui, seppur raramente, vado ancora a fare qualche gita.E poi il giorno del 18esimo compleanno, la salita del Monte Soglio. che vedo tutti i giorni da casa..

Quanti ricordi di quella prima stagione in montagna, col Gran Paradiso, il primo 4000 salito il 19 agosto, nemmeno 4 mesi dopo quel fallimento al Monte Corno. ho bruciato davvero le tappe! Ne è passato davvero tanto di tempo, mi sembra ieri. Ma sono passati la bellezza di dieci anni, qualche centinaio di gite, qualche centinaia di migliaia di metri di dislivello sotto le mie ginocchia, che a dire il vero quei metri li sentono, eccome.

Ricordi indimenticabili, sicuramente. Ne ho a decine, che dico, centinaia. Specie dei primi anni, quando andavo in gita con mio papà, ci facevamo dei gitoni all'avventura che ora manco mi immaginerei di fare. Traversate di 12 ore, partendo al mattino presto ed arrivando al buio. come quel 7 novembre 96, quando partimmo dall'Alpe Cialma, sopra Coassolo, per salire alla Vaccarezza, e percorrere tutta la cresta spartiacque tra la valle dell'Orco e quella del Tesso-Malone integralmente, salendo tutte le vette, ammirando il mio primo mare di nubi, arrivando stanchi, pesti, nel buio della sera di novembre, ma felici a Forno Canavese.

Già, il 1996 fu memorabile. appena 23 gite, ma non immaginavo che era solo l'inizio.Ecco subito lo sci di fondo, e nasce un'altra passione.sempre con papà. E nel 97 quel corso di introduzione all'alpinismo, che lasciai perdere a metà per i modi discutibili con cui veniva portato avanti, precludendomi per diversi anni certi tipi di salite per via dello shock a posteriori dopo la Rocca Castello. Ma nello stesso anno, esattamente il 27 dicembre, ecco la mia primissima uscita di scialpinismo in assoluto, con dei materiali assolutamente inadatti e vecchi di trent'anni, al Turu, una montagna di nemmeno 1400 m dietro casa.

Ma è nel 1998 che comincio a sentire davvero mio quel mondo.Capanna Margherita, la Zumstein, la Ciamarella, il Rocciamelone, l'Emilius.. Una stagione incredibile, fatta di mazzi quadri, salite memorabili, disfatte altrettanto memorabili.. E il gennaio successivo comincio già, ufficialmente, l'avventura scialpinistica. Quando penso a quali gite mi sparavo all'epoca, praticamente non sapendo sciare, mi vien da mettere le mani nei capelli.

Difficile fare un bilancio di questi dieci anni.o sì, forse è facile, basta leggere i quaderni delle gite, pagine e pagine e pagine, ogni gita una relazione, per dieci anni. impressioni, momenti, emozioni, ricordi. è tutto scritto nero su bianco. oltre che, ovviamente, per gran parte nella mia testa.un bagaglio di inestimabile valore per me.

Sicuramente l'andare in montagna mi ha cambiato.l'altra sera mi chiedevo cosa sarei se non avessi scoperto questo mondo. chissà.. Forse sarei uno dei tanti che passano il sabato sera in discoteca fino all'alba, dormendo mezza domenica e annoiandosi a morte l'altra mezza. chissà. o forse sarei uno di quelli che passa tutta la domenica nella piazza del paese a cazzeggiare.o a giocare a pallone o a chissà che altro.Credo proprio di non avere rimpianti. penso che quello non sarebbe stato il mio mondo..

Il mio mondo è un altro, è quello delle valli, delle creste, delle vette e dei ghiacciai, delle albe dal rifugio, delle notti insonni passate in un gelido bivacco a 3000 metri, delle salite col vento che ti taglia il viso.Il mio mondo è quello del pendio immacolato tutto per noi, quello delle serate passate davanti al fuoco, a metà ottobre, a 2700 metri, sorseggiando genepi, cantando e fumando un'Havana. Il mio mondo è quello delle rinunce a pochi metri dalla vetta, delle salite a tutti i costi, delle pelli di foca che si staccano, il rampone che si slega, la macchina foto che non funziona per il freddo, dello stesso freddo che ti morde le mani e ti fa urlare tutte le peggio cose del mondo fino al "ma chi me l'ha fatto fare."

E' lo stesso della neve primaverile su cui sciare sembra danzare, quello della farina che si solleva al tuo passaggio, quello della neve crostosa da "una curva, un'imprecazione". quello dell'ultimo passo prima della vetta, del colle, di quando ti si spalanca la vista sulla valle opposta. quello delle gelide giornate di novembre quando ti sembra che tutto quel mondo sia solo per te.quello di quando, bagnato fradicio, spalanchi la porta del rifugio, ti trovi davanti al calore di una stufa e chiudi fuori il gelo e la tormenta.

Ne ho vissute di avventure, disfatte, successi inaspettati, conquiste sognate, studiate e programmate a tavolino per settimane, fallimenti, exploit da record man, emozioni, quante volte ho respirato l'aria dei quattromila, dei tremila, dei duemila, dei mille..

Ma ovviamente anche tante batoste.le battaglie con lo stomaco, coi crampi alle gambe.le odissee a quota 4000 piegato in due dalla nausea e dal mal di montagna, avanzando ormai per inerzia, esausto, senza forze, verso il rifugio, verso valle.

E le imprese solitarie. ne ho fatte tante.e col senno di poi, a volte ho anche rischiato, osato forse troppo. come quella solitaria in sci alla ovest della Punta Violetta. un giorno di aprile, in cui non c'era nessuno per chilometri. o il Morion, il Nessun nelle mie valli di Lanzo, tutte quelle vette raggiunte da solo, in autunno, dodici ore senza incontrare anima viva. incosciente. probabilmente si. Ma se le facevo, e le faccio ancora, seppur molto meno, queste sciocchezze, forse è perché; c'è qualcosa dentro che mi spinge a farle.. una salita in solitaria, una scialpinistica in solitaria, hanno un qualcosa di diverso. Ti senti a tu per tu con la montagna, con la natura, con te stesso.

E coi tuoi limiti. Impari a conoscerli, a sapere fin dove puoi spingerti, impari a porti in rapporto con la montagna in una maniera più intima, forse anche maniacale, ma imparando anche ad ascoltare te stesso e anche quelle rocce inanimate, quei pascoli, quei cieli blu, quel vento che ti sferza la faccia e ti gela.

Che dire? Contento e felicissimo di farne parte, di quel mondo, di viverlo ogni domenica, ogni volta che posso, che sento il richiamo. E felice anche di sapere chi ringraziare per avermi in qualche modo avvicinato, e seguito nei primi anni, finchè ha potuto, nelle avventure lungo i sentieri di queste valli.. Mio papà. E quante cose avrei da raccontargli, di questi ultimi anni, di quante salite, albe e tramonti che comunque sono sicuro avrà seguito e continuerà a salire di lassù..

Eh sì, dieci anni sono passati, e ben di più verranno, spero, a vedermi salire su e giù per le montagne, vagabondare per sentieri, emozionarmi di fronte al primo raggio di sole da una vetta o all'ultimo che sparisce dietro quella cresta.

Perché: è la montagna il mio mondo.


Villanova C.se, aprile 2006

venerdì 20 aprile 2007

Still Ill

Maledettissima pressione. O che cacchio è.

Fatto sta che me ne sono pure venuto a casa dal lavoro a metà pomeriggio.

Terza settimana di fila. Tra giovedi e venerdì, ho questo senso di malessere. O sudorazione, o mal di testa, o testa che gira e cali di pressione.

Ed in genere il giorno dopo sto bene.

 Still ill.

Non ci siamo.

Speriamo domani vada meglio.

Dopo tutto domani è un altro giorno.                                    


























Still ill Ancora sofferente

I decree today


That life is simply taking and not giving


England is mine and it owes me a living


Ask me why and I'll spit in your eye


Ask me why and I'll spit in your eye


But we cannot cling


To the old dreams anymore


No, we cannot cling to those dreams


 


Does the body rule the mind


Or does the mind rule the body?


I dunno... 


 


Under the iron bridge we kissed


And although I ended up with sore lips


It just wasn't like the old days anymore 


No, it wasn't like those days


Am I still ill? 


 


Does the body rule the mind


Or does the mind rule the body?


I dunno... 


 


Ask me why and I'll die 


Ask me why and I'll die 


And if you must go to work tomorrow


Well if I were you I wouldn't bother 


For there are brighter sides to life


And I should know because I've seen them


But not very often


Under the iron bridge we kissed


And although I ended up with sore lips


It just wasn't like the old days anymore 


No, it wasn't like those days


Am I still ill?



Io oggi affermo


Che l'esistenza prende solamente senza dare


L'Inghilterra è mia e mi deve una vita


Chiedetemi perché e vi sputerò in un occhio


Chiedetemi perché e vi sputerò in un occhio


Ma non possiamo aggrapparci


Più ai vecchi sogni


No, non possiamo aggrapparci a quei sogni


 


E' il corpo a governare la mente


O la mente a governare il corpo?


Non so...


 


Ci siamo baciati sotto il ponte di ferro


E anche se alla fine avevo le labbra doloranti


Non era più come ai vecchi tempi


No, non era come a quei tempi


Sono ancora sofferente?


 


E' il corpo a governare la mente


O la mente a governare il corpo?


Non so...


 


Chiedetemi perché e morirò


Chiedetemi perché e morirò


E se dovete andare a lavorare domani


Bene, se fossi in voi non me la prenderei


Perché ci sono lati migliori nella vita


E io dovrei saperlo perché li ho visti


Anche se non molto spesso


Ci siamo baciati sotto il ponte di ferro


E anche se alla fine avevo le labbra doloranti


Non era più come ai vecchi tempi


No, non era come a quei tempi


Sono ancora sofferente?







giovedì 19 aprile 2007

infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare


martedì 17 aprile 2007

el "che"

chissà che avevo in testa quel giorno, sulla Punta del Seone, per farmi un autoscatto del genere........



Aprendimos a quererte
desde la histórica altura
donde el sol de tu bravura
le puso un cerco a la muerte.

Aquí se queda la clara,
la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.


Tu mano gloriosa y fuerte
sobre la historia dispara
cuando todo Santa Clara
se despierta para verte.


Aquí se queda la clara,
la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.


Vienes quemando la brisa
con soles de primavera
para plantar la bandera
con la luz de tu sonrisa.


Aquí se queda la clara,
la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.


Tu amor revolucionario
te conduce a nueva empresa
donde esperan la firmeza
de tu brazo libertario.


Aquí se queda la clara,
la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.


Seguiremos adelante
como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos:
hasta siempre Comandante.


Aquí se queda la clara,
la entrañable transparencia,
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.


 



lunedì 16 aprile 2007

domenica 15 aprile 2007

waterloo

eh lo sapevo che prima o poi arrivava....

dopo una serie di fantastiche vittorie sul campo della "lotta con l'Alpe", è arrivata Waterloo....

mannaggia a me che alle 4.30 del mattino propongo di cambiare meta, e dalla Rabuigne in Valgrisa dirigersi verso la Rognosa del Sestriere...

senza carte, senza guide, sbirciando una cartina in autogrill...

il tempo in valsusa non era come previsto, non era sereno, ma c'era gran transito di nuvoloni.... risultato neve marcia alle 7.30 del mattino, per mancato rigelo e caldo bestiale.

giunto ad un bivio, io davanti, scelgo la traccia di sinistra. quella sbajata!!

ci porterà prima a ravanare nel bosco, poi seguendo altri scialpinisti su per la via sbagliata.... il nostro tentativo alla Rognosa naufraga in un punto imprecisato di una cresta rocciosa, a quota 2700 m... sono le 10, la cima è sempre nella nebbia, il percorso di cresta non appare molto semplice e non abbiamo i ramponi dietro....

a malincuore decidiamo che non è il caso di proseguire.

un poco di sole ci accompagna un po beffardamente in discesa... che alla fine è meno peggio del previsto... i primi 300/350 m sono anche molto divertenti..due dita di neve recente su fondo duro.. poi si passa ad una crostaccia e quindi ad un marcione da sci nautico....arriviamo all'auto con un po di sole alle 11.30.

pazienza, stavolta è andata così...

l'avevo detto che dopo Vallèe Blanche, Flassin e Levanna (tre su tre azzeccate nonostante le premesse non incoraggianti.....) avevo esaurito i bonus!!!!

e vabbè, anche questo fa parte del gioco... peccato essersi alzati alle 4 per fare una gita di 900 m con meta il nulla... cmq 350 m di sciata decente li abbiam fatti.

stavolta è andata così, non può sempre andare bene....

l'appetito di sci c'è ancora............ preparate la tavola (oops gli assi), domenica prossima è di nuovo ora!!



Un po di sole illumina quella che era la retta via... e che non abbiamo visto in tempo!!


buona domenica sera.

venerdì 13 aprile 2007

piccolo sfogo

mi piacerebbe tornare a fregarmene.
una volta ci ero riuscito, non ci pensavo, ed ero più sereno.
meno tormentato.
mi piacerebbe tornare ad avere quel poco di indifferenza.
ma non ci riesco più...
dopo aver visto come si sta bene quando certi vuoti sono colmati.

a volte mi sembra di subire un contrappasso.
perchè sinceramente le cose assumono toni tragicomici.
spesso mi vien da ridere, negli ultimi anni mi son successe cose talmente assurde....
....che sembrano finte tanto sono incredibili.......
l'ironia mi rimane.
ed è un bene, finchè riesco a ridere di me penso sia un bene.

certo, c'è la montagna.
e per fortuna che c'è.
quella mi riempe in parte quei vuoti.
se non altro non mi ci fa pensare.
ma a volte non basta.

quei vuoti rimangono, e riaffiorano.

devo riuscire a fregarmene di più.

ad essere più indifferente.

ci devo riuscire.

"to be a rock and not to roll"

martedì 10 aprile 2007

Una salita alla Levanna Occidentale 3593 m

E' sempre bello realizzare dei sogni. Il giorno di Pasqua ne ho realizzato un altro. Dopo che negli anni scorsi studiavo questa montagna dalla Grand Aiguille Rousse o dalla Cima del Carro, finalmente è venuto il momento di salirla con gli sci.

Sono stati due giorni intensi, con cari amici, due giorni di bel tempo, che faranno ricordare questa gita per un bel pezzo..

La salita al rifugio è stata eterna, sotto un sole micidiale, massacrante per il caldo... mitigata soltanto dai panorami grandiosi soprattutto sulle mie montagne di casa, viste però questa volta dal versante opposto, a me nuovo....



Alex, Marghe e Andrea in salita



L'Albaron di Savoia 3627 m ed il ghiacciaio des Evettes.



Arrivo al refuge du Carro.

Gli ultimi cento metri sotto al rifugio sono devastanti per il caldo. Mi sento quasi mancare, ho le allucinazioni, le persone davanti a me sono delle birre viaggianti!!!

Ed infatti appena cambiatomi, la prima cosa è una birra gelatissima..... alla spicciolata arriviamo tutti, abbastanza massacrati, ma contenti di essere qui.



Foto di gruppo e relax al rifugio.




L'ombra del rifugio si allunga verso la Levanna Occidentale.

Arriva l'ora della cena, ottima ed abbondante. E' la prima volta che mangio in un rifugio francese, ma sono davvero soddisfatto. Dopocena relax, tramonto, tisana, chiacchiere e a nanna. La notte sarà lunga, per via del sole che ci ha massacrato, la mia faccia farà da stufa...



Davide all'assalto dello spezzatino.



Tramonto dal refuge du Carro 2780 m.



Serata al refuge du Carro.

Arriva la sveglia, ore 6. Colazione e si parte. Il tempo non è come il sabato, nebbie avvolgono le cime... ma non appena uscirà il sole, si dissolveranno. RImango subito indietro, il mal di testa da colpo di sole mi ha tormentato tutta la notte  e non accenna a smettere. Dovrò prendermi una pastiglia, e finalmente potrò salire con calma, osservando i miei compagni già molto avanti.



Salendo verso il col Pariotes.



Sul pendio ovest della Levanna Occidentale.

L'arrivo in cresta è emozionante. Si spalanca davanti a me la valle di Ceresole, il Gran Paradiso, il Nivolet. Il tempo in piemonte non è bellissimo, come da previsioni. Raggiungo gli amici, lascio anche io gli sci, e parto con piccozza e ramponi verso la vetta. La cresta era immacolata, è la mitica Chiara a tracciare la via di salita.



Ultimi pendii prima della cresta finale.




La cresta finale della Levanna Occidentale.



La parete Nord della Levanna Centrale 3619 m.



Io in vetta alla Levanna Occidentale 3593 m, 8 aprile 2007.



L'arrivo in vetta è un'emozione unica. Dopo la centrale nell'agosto 2003, questa è la mia seconda Levanna. Ancora una e avrò completato la triade. Foto di rito, poi è ora di scendere. La discesa della cresta richiede attenzione. Siamo presto agli sci. E si comincia... la neve è però per lo più crostosa, fin verso i 3100 m... a parte un bel pendio di neve farinosa... ma sul glacier derriere le lacs, la neve diventa portante e ci si può divertire. Ci portiamo in traverso per prendere dei pendii in pieno sud che avevo adocchiato in salita.. li assaggio io... stupendi. L'adrenalina mi esplode in corpo, aggredisco il pendio con dei curvoni da super G.... bellissimo!!!



Primi pendii in discesa.



Sul glacier derriere le Lacs, crosta portante...



Marghe in azione sul firn...

Arriviamo al rifugio, piccola sosta birra, e poi giù verso valle. Altri pendii fantastici, di neve primaverile, una discesa memorabile fino al pianoro... da lì in poi  si spinge un po, fino a l'Ecot, poi leggera discesa fino a Bonneval, dove ci aspetta un'altra birra. L'avventura è conclusa, un altro sogno realizzato.



In compagnia della gatta del refuge du Carro.



Una birra gelata alla salute della Levanna Occidentale, sullo sfondo.


Due giornate fantastiche, un particolare saluto ai compagni di avventura, anche questa volta contenti della gitarola che gli ho organizzato!

Un grazie per la compagnia ad: Alex, Andrea, Beppe, Chiara, Davide, Laura, Marghe e Patty.

Altre foto sul photobook.

Levanna Occidentale 3593 m

E' sempre bello realizzare dei sogni. Il giorno di Pasqua ne ho realizzato un altro. Dopo che negli anni scorsi studiavo questa montagna dalla Grand Aiguille Rousse o dalla Cima del Carro, finalmente è venuto il momento di salirla con gli sci.

Sono stati due giorni intensi, con cari amici, due giorni di bel tempo, che faranno ricordare questa gita per un bel pezzo..

La salita al rifugio è stata eterna, sotto un sole micidiale, massacrante per il caldo... mitigata soltanto dai panorami grandiosi soprattutto sulle mie montagne di casa, viste però questa volta dal versante opposto, a me nuovo....



Alex, Marghe e Andrea in salita



L'Albaron di Savoia 3627 m ed il ghiacciaio des Evettes.



Arrivo al refuge du Carro.

Gli ultimi cento metri sotto al rifugio sono devastanti per il caldo. Mi sento quasi mancare, ho le allucinazioni, le persone davanti a me sono delle birre viaggianti!!!

Ed infatti appena cambiatomi, la prima cosa è una birra gelatissima..... alla spicciolata arriviamo tutti, abbastanza massacrati, ma contenti di essere qui.



Foto di gruppo e relax al rifugio.




L'ombra del rifugio si allunga verso la Levanna Occidentale.

Arriva l'ora della cena, ottima ed abbondante. E' la prima volta che mangio in un rifugio francese, ma sono davvero soddisfatto. Dopocena relax, tramonto, tisana, chiacchiere e a nanna. La notte sarà lunga, per via del sole che ci ha massacrato, la mia faccia farà da stufa...



Davide all'assalto dello spezzatino.



Tramonto dal refuge du Carro 2780 m.



Serata al refuge du Carro.

Arriva la sveglia, ore 6. Colazione e si parte. Il tempo non è come il sabato, nebbie avvolgono le cime... ma non appena uscirà il sole, si dissolveranno. RImango subito indietro, il mal di testa da colpo di sole mi ha tormentato tutta la notte  e non accenna a smettere. Dovrò prendermi una pastiglia, e finalmente potrò salire con calma, osservando i miei compagni già molto avanti.



Salendo verso il col Pariotes.



Sul pendio ovest della Levanna Occidentale.

L'arrivo in cresta è emozionante. Si spalanca davanti a me la valle di Ceresole, il Gran Paradiso, il Nivolet. Il tempo in piemonte non è bellissimo, come da previsioni. Raggiungo gli amici, lascio anche io gli sci, e parto con piccozza e ramponi verso la vetta. La cresta era immacolata, è la mitica Chiara a tracciare la via di salita.



Ultimi pendii prima della cresta finale.




La cresta finale della Levanna Occidentale.



La parete Nord della Levanna Centrale 3619 m.



Io in vetta alla Levanna Occidentale 3593 m, 8 aprile 2007.



L'arrivo in vetta è un'emozione unica. Dopo la centrale nell'agosto 2003, questa è la mia seconda Levanna. Ancora una e avrò completato la triade. Foto di rito, poi è ora di scendere. La discesa della cresta richiede attenzione. Siamo presto agli sci. E si comincia... la neve è però per lo più crostosa, fin verso i 3100 m... a parte un bel pendio di neve farinosa... ma sul glacier derriere le lacs, la neve diventa portante e ci si può divertire. Ci portiamo in traverso per prendere dei pendii in pieno sud che avevo adocchiato in salita.. li assaggio io... stupendi. L'adrenalina mi esplode in corpo, aggredisco il pendio con dei curvoni da super G.... bellissimo!!!



Primi pendii in discesa.



Sul glacier derriere le Lacs, crosta portante...



Marghe in azione sul firn...

Arriviamo al rifugio, piccola sosta birra, e poi giù verso valle. Altri pendii fantastici, di neve primaverile, una discesa memorabile fino al pianoro... da lì in poi  si spinge un po, fino a l'Ecot, poi leggera discesa fino a Bonneval, dove ci aspetta un'altra birra. L'avventura è conclusa, un altro sogno realizzato.



In compagnia della gatta del refuge du Carro.



Una birra gelata alla salute della Levanna Occidentale, sullo sfondo.


Due giornate fantastiche, un particolare saluto ai compagni di avventura, anche questa volta contenti della gitarola che gli ho organizzato!

Un grazie per la compagnia ad: Alex, Andrea, Beppe, Chiara, Davide, Laura, Marghe e Patty.

Altre foto sul photobook.