9 settembre 2007.
A volte si ha proprio l’idea di fare una gita in solitaria. In autunno sento spesso questo bisogno, pur amando andare in montagna in compagnia. Sento quel bisogno di passare del tempo da solo nel mio mondo, per ascoltare le voci dentro di me.
E così, domenica mattina eccomi arrivare al Pian della Mussa nell’aria fresca del mattino, mentre coincidenza ascolto “Signore delle Cime” e mi prende la pelle d’oca. Scendo dall’auto, mi preparo e parto a razzo, sarò un orso e lo so, ma quando parto con l’idea di una gita in solitaria, voglio proprio isolarmi… e quindi a gran ritmo mi allontano dal parcheggio e da un gruppo di caini (del CAI) un po’ chiassosi che voglio evitare..
Mi inerpico per il ripido, umido e scivoloso sentiero che conduce al Pian Saulera, ben presto rimango solo coi suoni della montagna, e raggiungo il pianoro appena inondato dal sole mattutino. Qui supero un escursionista solitario, un saluto, e proseguo oltre. La vista sulla Ciamarella e sulla Bessanese è impagabile, i colori stanno già prendendo le tonalità autunnali, e salgo sempre a gran ritmo, come rapito dalla bellezza di ciò che mi circonda.
Al Pian degli Alamant, 2420 m circa, mi fermo per una piccola sosta, mangio qualcosa, carico acqua e mi metto i pantaloncini. Sto quei 10 minuti ad ascoltare i suoni che mi circondano, le marmotte che fischiano, e ad osservare un camoscio su una dorsale erbosa.
Poi riparto. Il sentiero si inerpica verso il Passo delle Mangioire, stretta incisione a 2768 m, che raggiungo sbuffando come una locomotiva. Si apre la vista sul vallone di Arnas, fantastico, sovrastato dalla Lera, dalla Croce Rossa e dalla Punta d’Arnas, in basso il lago di Bessanetto color smeraldo, tra i pascoli ormai già color oro.
Attraverso il ripido pendio seguendo una traccia di bestiame, e mi porto sotto il Bessanetto. Risalgo faticosamente senza sentiero il pascolo, fino a superare la prima fascia di rocce in una strettoia di erba e roccette.. esco così sullo zoccolo faticosissimo di sfasciumi finissimi, quasi un terriccio, dove affondo e scivolo indietro ad ogni passo. Ho il cuore a mille, a dire il vero non so perché sto continuando a correre..
Sbuffando arrivo al punto chiave della salita. L’avevo già individuato dal basso, ecco il canalino di rocce articolate che permette di superare la bastionata. Non è esposto, ma le rocce sono un po’ infide, orridi calcescisti, sporchi di ghiaietto, e qualche appiglio rischia di rimanermi in mano.. vabbè, cadere qui significherebbe solo scorticarsi ed ammaccarsi un po’.. ma meglio non cadere!
Sono comunque 4-5 metri, ed esco sulla larga cresta, fatta di lastroni, ed arrivo sulla vetta, che precipita sulla val Saulera e sul Pian della Mussa. Che soddisfazione, essere quassù, da solo, ho chiuso un conto lasciato aperto nel lontano 2000, quando tentai la vetta ma dal lato sbagliato..sette anni dopo il conto è saldato.
Ho indovinato la via, e son quassù, solo soletto, il mio unico compagno è il suono del torrente là in fondo alla valle. Guardo l’orologio, non credo ai miei occhi. Ci ho impiegato 2 ore e 35 sosta compresa dalla partenza.. la guida me ne dava 4 e 15…. Ecco perché sono così stanco, ho praticamente corso!! Beh, ora diamoci una calmata……. mi rilasso gustandomi il panorama fantastico, si vede perfino il Monte Rosa, e là di fronte il mio ammmore, il Grampa.
Volto lo sguardo verso est, e mi tornano in mente le ultime montagne che ho “assaggiato”, e chi mi ha fatto compagnia in tutte le gite dell’ultimo mese.. mi fa un certo effetto, visto che oggi son quassù in totale solitudine…ma in fondo, da solo forse non lo sono mai…
Lascio da parte i pensieri, ed è ora di mangiare. Poi nessuno mi toglie un riposino di mezz’ora abbondante, cullato dai suoni della montagna. Verso le 13.30 decido che è ora di scendere. Il canalino mi impegna un pochino, ma lo supero velocemente, e sono sugli “amati” sfasciumi. Scendo per tracce e mi dirigo verso il lago di Bessanetto 2755 m, che adesso a fine stagione si presenta sdoppiato. Risalgo al Passo delle Mangioire, dove re-incontro delle presenze umane, e scambio qualche parola.
Riparto, e scendo sul versante opposto, e son di nuovo io e la Montagna. Sono cambiate le luci, ma il vallone è sempre bello, anzi forse ancora di più. Trovo due stambecchi giovani, e li seguo per un po’, è bellissimo vedere come si inerpicano sulle rocce come se nulla fosse… lascio anche loro, e proseguo la mia discesa con calma, fino al Pian degli Alamant, dove faccio una sosta per abbeverarmi e calmare l’arsura della gola…
Riprendo la discesa, il tempo è sempre bello, anche se c’è qualche nuvola in più… rieccomi all’Alpe Saulera, non c’è nessuno, mi stendo 5 minuti sull’erba ad ascoltare ciò che mi circonda. Pace. Non vorrei ripartire, tanto si sta bene qui. Ma prima o poi si deve scendere.. e quindi mi rimetto in cammino, ripercorro il pianoro, mi inoltro nel ripido bosco, e velocemente, con le ginocchia un po’ indolenzite, arrivo a Villa Sigismondi, e ritrovo la “civiltà”.
Il Pian della Mussa è assai affollato, la pace è finita. Una birra veloce col sole negli occhi, poi via verso casa. Giornata intensa, passata a tu per tu con la Montagna, coi suoi suoni, le sue rocce, i suoi colori che già stan cambiando, e già respiro l’odore di quelle “malinconie autunnali” che tanto adoro, e che tanto mi piace vivere, e sentir mie.
Le foto su: http://www.roby4061.it/photobook/bessanetto.htm
...guardando le tue foto mi è venuto il magone....i monti mi mancano... :(
RispondiEliminaun caro saluto ...
noi dai, niente magone...
RispondiElimina...ti invidio: che fortuna avere così vicine le montagne, potendo andare a trovarle quando si vuole.
RispondiEliminaCondivido i brividi all'ascolto di Signore delle cime...
Maria Chiara