non nego che sia uno a cui piaccia l'alta quota, le grandi cime, i ghiacciai... ma ogni volta che vesto i panni dell'escursionista (ed è la maggior parte delle volte, in fondo..), mi rendo conto che la mie vera anima è quella..
e così capita, un giorno di primavera inoltrata, ritrovarsi a passeggiare in una valle dove il disgelo è in atto, fiori che spuntano, rivoli di acqua cristallina, neve che fonde..
nessuno in giro, a parte qualche malgaro che controlla la situazione delle proprie baite..
e poi più nessun essere umano..
solo le crode, la neve ancora abbondante in alto, i pendii a sud liberi dalla neve, costellati di anemoni...
il cielo azzurro, il rombo delle slavine...
il sole che picchia sulla testa, l'aria che ti ricorda che quassù l'inverno forse non è ancora finito..
versi nel bosco..
noi che si corre in silenzio, affannosamente, lungo il ripido pendio..
quel suono che si avvicina, un po' inquieta
io che preparo la macchina fotografica, il teleobiettivo montato..
il cuore che batte, per la fatica e l'emozione...
e poi lassù, tra i mughi, mamma cerva con due piccoli dell'anno prima al seguito..
ora scatto la foto.. no, le voglio guardare...
aspetterò che escano da quei mughi..
... ma spariscono tra le fronde, il verso si allontana, si trasforma in un abbaio d'allarme..
si sono accorti della nostra presenza, rimangono le tracce nel vento e nella neve..
niente foto, solo qualche fotogramma nella mente..
un ricordo della natura, della montagna, una piccola gemma incastonata nel tesoro dei ricordi.
e il ritorno a valle, nel giorno che lentamente muore.
questo è il mio mondo.