Ecco un’altra bella salita. Partito venerdi sera dopo una vera giornata di medda sul lavoro, esco dall’ufficio, smaronamento in tangenziale, ritrovo con gli altri ad Avigliana alle 19. E via verso Susa e il Moncenisio, dove ci concediamo un’omelette volante. Ripartiamo, scendiamo nella valle dell’Arc, a Bessans prendiamo la strada che conduce nel vallone di Averle. Non capiamo se c’è il divieto oppure no (io ricordo esserci a luglio ed agosto),e giungiamo in auto fino al parcheggio sotto il rifugio Averole, in località Plan du Prè 2015 m.
Montiamo la tenda vicino ad una baita diroccata alla luce delle frontali, alle 22 il campo base è montato. Tisanona e a nanna, la mia giornata era stata abbastanza lunga…
Alle 4.50 la sveglia, si mette il naso fuori, è pieno di nubi… ma verso l’Italia c’è l’azzurro..ribadisco le mie previsioni basate su BOLAM, entro le 9 sarà tutto sereno. Smontiamo la tenda e la buttiamo in macchina, vado a darmi una lavata in un ruscello, colazione e siam pronti a partire. Saliamo al rif. Averole, poi un bel sentiero si inoltra nel vallone solitario. A quota 2300 circa attraversiamo il torrente a destra, su un ponticello da brivido, e risaliamo per un sentierino ripido uno stretto valloncello sotto l’Ouille de la Vallettaz. Primi nevai, per fortuna portanti, da quota 2700 m. Dal lago d’Arberon in su la copertura nevosa è pressoché continua. Il cielo si è quasi totalmente sgombrato da nubi come avevo previsto, e l’aria è limpida e tersa, la temperatura fresca. Raggiungiamo i pressi del col d’Arberon, quindi ramponi ai piedi, effettuiamo un lungo traverso su ripidi pendii nevosi alla base della parete ovest della punta d’Arnas. La pendenza c’è, attraversiamo qualche grande slavina, e con un ultimo traverso esposto un po delicato per via della neve dura, usciamo sulla cresta ovest-sud-ovest della montagna. La vista si apre verso il Rocciamelone, e sulla vicina Croce Rossa. Ora il percorso è chiaro, la cresta sale prima larga e poco inclinata, poi si fa molto più ripida, stretta e orlata di cornici a sinistra. La salita è caratterizzata da un fastidioso vento da ovest, freddo. La cresta si fa sempre più ripida, e soprattutto il fianco destro, che si inabissa molto ripido verso il basso. A quota 3450 circa decidiamo di legarci, per percorrere gli ultimi metri. Un primo delicato traverso su pendio abbastanza esposto, poi una rampa porta all’anticima. La vera vetta è cinquanta metri più avanti…la raggiungiamo con un altro traverso delicato ed esposto su neve dura, ultimi passi su roccette, e ci siamo. Punta d’Arnas 3560 m di quota. Il panorama è fantastico sulle mie valli di Lanzo, su parte della pianura torinese, sulla Francia… vedo laggiù la Barre ed il Dome de Neige de s Ecrins, dove ero due settimane fa…800 a picco sotto di noi, il lago della Rossa… e là in fondo, verso est, le montagne di Cafasse, proprio dietro casa mia… l’aria gelida ci spinge a prendere presto la via del ritorno. I due traversi sono molto meno impressionanti di prima, la neve si è ammollata un po e si possono scavare bei gradini. Anche Federica alla sua prima esperienza alpinistica se la cava bene. Quindi scendiamo, la neve nella parte bassa della cresta si fa decisamente molle, e mettiamo le ghette. Ogni tanto si affonda fino alla coscia, ma solo poche volte, e quindi la fatica non è eccessiva. A 3100 m ci sleghiamo, e facciamo pranzo. La bisa non da tregua, ripartiamo, ora via verso valle, prendendo il ramo destro (scendendo) del ghiacciaio d’Arberon. Siamo soli e lasciamo le nostre tracce in discesa nell’immensità di questa solitudine tra neve roccia e ghiaccio.
Vorrei avere gli sci per disegnare curve su curve su questi splendidi pendii, ma son contento così, la giornata e la compagnia sono fantastici, e la gita anche. Usciamo dagli ultimi nevai, da qui in giù è sentiero, tra mille rivoli di fusione, e migliaia di fiori di tutti i colori. A 2400 m, mentre guardo Davide e Federica già in basso, vedo un’ombra su di loro, alzo gli occhi al cielo… un gipeto!! Maestoso, enorme, bellissimo… ci gira sopra un po di volte, è fantastico…. Quale piacevole incontro anche oggi!! Non l’avevo mai visto così vicino, sarà stato a 70-80 m sopra le nostre teste…
Ancora piccola pausa, poi continuamo la discesa, nel verde e tra i profumi d’estate, e finalmente sentiamo un po di calore…dai pressi del rifugio, voltandoci, la nostra Punta d’Arnas fa bella mostra al fondo del vallone verdissimo…un incontro con un rumoroso gregge di pecore, e siamo all’auto.. quale piacere togliersi gli scarponi, cambiarsi e darsi una rinfrescata…. Sono le 16.50, la luce pomeridiana è bellissima. Risaliamo quindi in macchina, scendiamo la valle, non senza qualche sosta fotografica all’imbocco del vallone, sotto il maestoso Charbonnel, e a Bessans ci concediamo l’immancabile e meritatissima birra. Questa punta mi girava per la testa da 11 anni, un altro dentino è stato tolto….
Foto su: www.roby4061.it/photobook/arnas.htm
Montiamo la tenda vicino ad una baita diroccata alla luce delle frontali, alle 22 il campo base è montato. Tisanona e a nanna, la mia giornata era stata abbastanza lunga…
Alle 4.50 la sveglia, si mette il naso fuori, è pieno di nubi… ma verso l’Italia c’è l’azzurro..ribadisco le mie previsioni basate su BOLAM, entro le 9 sarà tutto sereno. Smontiamo la tenda e la buttiamo in macchina, vado a darmi una lavata in un ruscello, colazione e siam pronti a partire. Saliamo al rif. Averole, poi un bel sentiero si inoltra nel vallone solitario. A quota 2300 circa attraversiamo il torrente a destra, su un ponticello da brivido, e risaliamo per un sentierino ripido uno stretto valloncello sotto l’Ouille de la Vallettaz. Primi nevai, per fortuna portanti, da quota 2700 m. Dal lago d’Arberon in su la copertura nevosa è pressoché continua. Il cielo si è quasi totalmente sgombrato da nubi come avevo previsto, e l’aria è limpida e tersa, la temperatura fresca. Raggiungiamo i pressi del col d’Arberon, quindi ramponi ai piedi, effettuiamo un lungo traverso su ripidi pendii nevosi alla base della parete ovest della punta d’Arnas. La pendenza c’è, attraversiamo qualche grande slavina, e con un ultimo traverso esposto un po delicato per via della neve dura, usciamo sulla cresta ovest-sud-ovest della montagna. La vista si apre verso il Rocciamelone, e sulla vicina Croce Rossa. Ora il percorso è chiaro, la cresta sale prima larga e poco inclinata, poi si fa molto più ripida, stretta e orlata di cornici a sinistra. La salita è caratterizzata da un fastidioso vento da ovest, freddo. La cresta si fa sempre più ripida, e soprattutto il fianco destro, che si inabissa molto ripido verso il basso. A quota 3450 circa decidiamo di legarci, per percorrere gli ultimi metri. Un primo delicato traverso su pendio abbastanza esposto, poi una rampa porta all’anticima. La vera vetta è cinquanta metri più avanti…la raggiungiamo con un altro traverso delicato ed esposto su neve dura, ultimi passi su roccette, e ci siamo. Punta d’Arnas 3560 m di quota. Il panorama è fantastico sulle mie valli di Lanzo, su parte della pianura torinese, sulla Francia… vedo laggiù la Barre ed il Dome de Neige de s Ecrins, dove ero due settimane fa…800 a picco sotto di noi, il lago della Rossa… e là in fondo, verso est, le montagne di Cafasse, proprio dietro casa mia… l’aria gelida ci spinge a prendere presto la via del ritorno. I due traversi sono molto meno impressionanti di prima, la neve si è ammollata un po e si possono scavare bei gradini. Anche Federica alla sua prima esperienza alpinistica se la cava bene. Quindi scendiamo, la neve nella parte bassa della cresta si fa decisamente molle, e mettiamo le ghette. Ogni tanto si affonda fino alla coscia, ma solo poche volte, e quindi la fatica non è eccessiva. A 3100 m ci sleghiamo, e facciamo pranzo. La bisa non da tregua, ripartiamo, ora via verso valle, prendendo il ramo destro (scendendo) del ghiacciaio d’Arberon. Siamo soli e lasciamo le nostre tracce in discesa nell’immensità di questa solitudine tra neve roccia e ghiaccio.
Vorrei avere gli sci per disegnare curve su curve su questi splendidi pendii, ma son contento così, la giornata e la compagnia sono fantastici, e la gita anche. Usciamo dagli ultimi nevai, da qui in giù è sentiero, tra mille rivoli di fusione, e migliaia di fiori di tutti i colori. A 2400 m, mentre guardo Davide e Federica già in basso, vedo un’ombra su di loro, alzo gli occhi al cielo… un gipeto!! Maestoso, enorme, bellissimo… ci gira sopra un po di volte, è fantastico…. Quale piacevole incontro anche oggi!! Non l’avevo mai visto così vicino, sarà stato a 70-80 m sopra le nostre teste…
Ancora piccola pausa, poi continuamo la discesa, nel verde e tra i profumi d’estate, e finalmente sentiamo un po di calore…dai pressi del rifugio, voltandoci, la nostra Punta d’Arnas fa bella mostra al fondo del vallone verdissimo…un incontro con un rumoroso gregge di pecore, e siamo all’auto.. quale piacere togliersi gli scarponi, cambiarsi e darsi una rinfrescata…. Sono le 16.50, la luce pomeridiana è bellissima. Risaliamo quindi in macchina, scendiamo la valle, non senza qualche sosta fotografica all’imbocco del vallone, sotto il maestoso Charbonnel, e a Bessans ci concediamo l’immancabile e meritatissima birra. Questa punta mi girava per la testa da 11 anni, un altro dentino è stato tolto….
Foto su: www.roby4061.it/photobook/arnas.htm
Bella salita, belle foto, bella birra!! Bene così. (Max)
RispondiEliminaStupendo!!!
RispondiEliminafoto bellissime e ora ho visto anch'io un gipeto da vicino!! grazie roby!!!