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martedì 17 giugno 2008

Sergent Magiù..te ghe sei rivà a baita..



Gravissima perdita.

Da tempo malato, si è spento l'altra sera Mario Rigoni Stern.

Il Sergente nella neve. Ho letto molti suoi libri, uno lo sto leggendo ora.

Autore a me molto caro, ma fino allo scorso anno avevo letto solo "il Sergente".

Poi una persona particolare mi ha fatto un regalo particolare... "Aspettando l'alba e altri racconti"

E l' l'ho riscoperto. E ne approfitto per dire grazie a quella persona.

E ho rispolverato i suoi libri, ne ho divorato le pagine, riconoscendo nei suoi scritti un amore per la natura e la montagna che mi era ed è famigliare. Ho rivisto scene, parole, eventi.

Mi son ricordato di quanto piacesse a mio papà.

Ho imparato molto dai suoi libri, è diventato un maestro di vita, un maestro di storie.

Ricorderò sempre quella sera che abbiamo provato a cercare la sua casa, persi nel dedalo di stradine di Asiago, per stringergli la mano, per portargli un saluto da questa terra Canavesana che lui conosceva bene.

Riporto qui quelle righe, come ultimo saluto ad un Grande. Ho la pelle d'oca e un piccolo groppo in gola mentre scrivo queste parole.

Grazie Mario.

Ci mancherai.





La seguiamo inoltrandoci nel bosco, e prendendo qualche scorciatoia, uscendo sui prati della Busa Verle ormai in ombra, e con temperatura sempre più bassa. Soli coi nostri pensieri e le nostre emozioni, raggiungiamo il forte, e quindi la macchina. Ci cambiamo velocemente, poi via in macchina e riscaldamento a palla. Ci dirigiamo verso la terra veneta, lungo la strada i miei occhi si incrociano velocemente con quelli di un tenero capriolo, e giungiamo ad Asiago con un tramonto da favola sull’altopiano. Volevamo cercare la casa di Rigoni Stern, per portargli un saluto, ma non ci riusciamo. Diventa presto buio, e non capiamo la logica delle vie del capoluogo.. Rinunciamo, anche perché sinceramente non ci entusiasmava l’idea di piombargli in casa a sorpresa, e riprendiamo la via del ritorno, con le luci del tramonto che si spengono, e le stelle che si accendono fredde, a milioni, in cielo.


Il viaggio di ritorno non è lungo, il calore della macchina aumenta il senso di stanchezza, ci dirigiamo verso una calda doccia ed un’abbondante cena, preludio ad un sonno ristoratore, popolato anche questa volta da sensazioni e ricordi di questa giornata in cui abbiamo “vagato su e giù per gli altipiani”, respirando l’odore dei mughi, lasciandoci accarezzare violentemente dal vento del nord, lasciando parlare il nostro mondo, dando ascolto ad emozioni con e senza parole, ammirando un tramonto sull’Altopiano, lo stesso tramonto che magari nello stesso istante, da una finestra di una camera scaldata dal fuoco crepitante di un camino osservava il nostro Mario, lo stesso tramonto che magari sognava anche lui quando là sul Don, si sentì chiedere “Sergent magiù, ghe rivarem a baita?”.



Tramonto su Asiago. 10 novembre 2007


 


Te ghe sei rivà Mario, te ghe sei rivà...





7 commenti:

  1. ...vero, grandissima perdita!

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  2. Dio del cielo,

    Signore delle cime,

    un nostro amico

    hai chiesto

    alla montagna.

    Ma Ti preghiamo:

    Su nel paradiso,

    lascialo andare

    per le tue montagne.


    Santa Maria,

    Signora della neve,

    copri col bianco,

    soffice mantello

    il nostro amico,

    il nostro fratello.

    Su nel paradiso,

    lascialo andare

    per le tue montagne.

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  3. El ghe rivà... el ghe rivà....


    ciao Mario!

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  4. buon cammino... sempre...

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  5. Ho scritto anche io un post su Mario, una guida per ogni amante della montagna

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