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giovedì 13 ottobre 2011

Il ponte sulla Drina


Ho appena finito di leggere questo che è più famoso romanzo di Ivo Andrić, lo scrittore di origine serba, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1961, per la sua capacità di raccontare la sua terra.

Fonte: www.ariberti.itDi Andrić avevo già letto “I racconti di Sarajevo”, sull’onda emotiva del mio viaggio in Bosnia-Erzegovina dell’agosto 2010 e della mia “fame di sapere” su quel martoriato territorio balcanico.

Tra i molti libri che mi ero procurato, c’era anche questo, sapendo della sua fama. E’ un libro fondamentale per conoscere e capire la storia e la cultura della Bosnia-Erzegovina, paese crocevia di religioni e genti diverse.
A Sarajevo e Mostar mi colpì proprio la fusione di queste due culture, di questi due mondi, quello occidentale e cristiano, e quello orientale e musulmano, e del come vivessero – ora – in apparente armonia.

Come ben sappiamo, soprattutto a causa degli eventi degli anni 90, la cui memoria è ancora viva e le ferite sono ancora ben visibili, non è sempre stato così, ed anche leggendo “Il ponte sulla Drina”, si capisce quanto sia stata travagliata la storia di questo angolo di mondo.

Il romanzo ruota attorno al ponte sul fiume Drina ed alla città di Višegrad, che si trova nella parte orientale della Bosnia al confine con la Serbia. Il ponte fu costruito su iniziativa di Mehmed Paşa Sokolovič, un ragazzino rapito nel 1516 dei dintorni di Višegrad e portato a Istanbul, capitale dell’impero turco, dove, dopo anni di addestramento militare, vestì dapprima la divisa dei giannizzeri e divenne poi gran visir della Bosnia durante il regno di Solimano il magnifico (colui che, tra l’altro, fece costruire lo Stari Most, il famoso ponte vecchio di Mostar).
Fonte: giotto.ibs.it


Tramite una serie di racconti, personaggi caratteristici e aneddoti ambientati con l’onnipresente figura del ponte, Andrić descrive la storia di Višegrad e della Bosnia-Erzegovina, area da sempre al confine tra quei due mondi così vicini eppure così lontani e diversi.

A partire dal XVI secolo, dal dominio dei turchi, fino alle prese di coscienza nazionalistica dei Serbi, dall’occupazione dell’Impero Austro-Ungarico, alle guerre balcaniche di inizio novecento, fino al 1914, anno in cui si concludono il romanzo e la cronaca degli avvenimenti legati al ponte.

Quell’anno in cui, nella capitale bosniaca Sarajevo, lo studente serbo Gavrilo Princip assassinò l’Arciduca Ferdinando, erede al trono asburgico, e sua moglie. Fu l’inizio della Prima Guerra Mondiale, un singolo episodio in quella terra che si prese l’appellativo, forse non del tutto errato, di “polveriera dei Balcani”.

Fonte: wikipedia
E’ un romanzo storico e particolare, io l’ho trovato appassionante e trascinante, con diversi paragrafi e personaggi anche divertenti ed un finale “a sorpresa”. Un romanzo molto utile per comprendere la complessità di un territorio, quello dell’ex-Jugoslavia, da sempre crocevia di popoli, culture, tradizioni.

Quel ponte è ancora lì. Ha visto secoli e secoli di avvenimenti travagliati, guerre, bombardamenti, ma nonostante tutto era, è e rimane lì, a sorvegliare la Drina che continua, a volte impetuosa, a volte placida e tranquilla, a scorrere sotto le sue arcate, con il suo carico di storia.




« Le lunazioni si susseguivano e le generazioni sparivano rapidamente, ma il ponte restava, immutabile, come l’acqua che scorreva sotto le sue arcate. »

Ivo Andrić, “Il ponte sulla Drina”



Picture copyright: ©Velija Hasanbegović

mercoledì 12 ottobre 2011

30 gradi ha aprile

"trenta gradi ha aprile
con maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre
"


(image by http://mike191280.wordpress.com/)


Liberamente ispirata alla celebre filastrocca sul numero di giorni dei mesi dell'anno che ci insegnavano da bambini...

Già, da bambini. Quando mai avremmo immaginato che un giorno, in questo angolo di mondo, si sarebbero registrati più di 30°C ad aprile o ottobre.

Il 2011 rimarrà un anno "funesto" quanto il terribile 2003. E' ancora presto per tirare somme sulla temperatura media annuale, ma ci sono dati che fanno e devono far riflettere.

A Torino e molte altre località del Piemonte, si sono superati i 30°C per sette mesi consecutivi, da aprile ad ottobre, e mai ciò era successo nell'intera serie di dati meteorologici a partire dal 1753, cioè da inizio serie.

In particolare aprile e ottobre sono stati davvero fuori da ogni umana concezione. A parte la flessione di giugno e luglio, possiamo dire che quest'estate è durata, e sta durando più di sette mesi.

E' vero, luglio è stato il più fresco degli ultimi 30 anni, ma è stato calpestato e dimenticato sotto i colpi di un aprile caldo, un agosto torrido (secondo solo al 2003), un settembre rovente (il più caldo di sempre) ed un ottobre che per la prima metà è stato allucinante dal punto di vista delle temperature, tolta una breve parentesi di un paio di giorni.

Senza contare che non cade una goccia di pioggia da quasi un mese, e ottobre, ad ora, è il più secco mai visto qui a Villanova Canavese.

Secondo me, di fronte ai fatti, alle memorie d'infanzia e di adolescenza, mi sembra ormai sotto gli occhi di tutti che qualcosa che c'è qualcosa che non funziona.

Fa sempre più caldo, punto.

Ed è sempre più difficile e forse inquietante domandarsi come sarà in futuro, se questa è e rimane la tendenza.



giovedì 6 ottobre 2011

Stay hungry. Stay foolish.

"Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario."



Non ho mai avuto un prodotto apple, ma questo non vuol dire molto. Penso che Steve Jobs fosse una persona particolare, oltre ad avere cambiato molte abitudini della gente di questo pianeta.

Ho visto e seguito attentamente questo discorso solo quest'estate, per puro caso.

Ma ha "lasciato il segno" in me. E forse mi sta aiutando nelle scelte che sto facendo in questo periodo della mia vita. Quelle due frasi finali mi sono entrati in testa e non ne escono più. E mi stanno accompagnando ora.


Stay hungry. Stay foolish.


ciao Steve.