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martedì 5 aprile 2011

The Wall live, 4 aprile 2011

 


Difficile riordinare le idee dopo le emozioni vissute ieri sera ad Assago. Non credevo, anni fa, che un giorno avrei potuto assistere allo spettacolo di The Wall dal vivo. Speravo di poter vedere un concerto di Gilmour o anche Waters, ma proprio The Wall.. non pensavo che sarebbe stato riportato in scena dopo 30 anni.
 
Ho preso i biglietti quasi un anno fa…gli ultimi giorni non stavo più nella pelle. Il viaggio verso Assago, il caldo di aprile. La coda, il clima rovente dentro al forum. L’attesa. E poi il ticchettio di un conto alla rovescia. E le note di “In the flesh?” che mi provocano subito la pelle d’oca, fuochi artificiali, uno stuka che si schianta oltre il Muro con fuoco e fiamme. Lo show ha inizio.
 
“The thin ice” con le immagini del padre di Waters e di altri, civili e soldati, morti nelle guerre degli ultimi 70 anni. The Wall sin dall’origine era un messaggio politico, e lo è ancora, adattato ai tempi.
 
E poi “Another brick in the wall part 1, The happiest days of my life ed Another brick in the wall part 2” in sequenza crescente di suoni, luci ed emozioni. La pelle d’oca, il groppo in gola nell’urlare “Hey theachers leave the kids alone!” con tutte le 10000 persone del forum ed il coro dei bambini sul palco, il pupazzo del maestro cattivo che riporta alle immagini del film.
 
“Mother” solo per chitarra e voce riporta la calma, con un bel “col cazzo” come risposta a “should I trust the government” prima di “Goodbye blue sky”, dove le colombe della pace diventano aerei che scaricano come bombe simboli ideologici e religiosi.. falce e martello, croce, mezzaluna, stelle di David, simboli della Shell e della Mercedes.. bombardamento di ideologie.
 
“Empty spaces” e “Shall we do now?” con l’amplesso psichedelico tra i fiori, ed il crescendo di suoni, portano a “Young lust”, con le immagini di donnine che potrebbero essere anche piuttosto di attualità.
 
In sequenza, mentre il Muro viene completato, le canzoni che portano Waters-Pink a distruggere la stanza, separarsi dalla moglie, chiudersi dentro al Muro, prima dell’intervallo, per “riprendersi” dalle emozioni vissute finora.
 
“Hey you” eseguita tutta dietro al Muro riprende lo spettacolo. “Is there anybody outhere?” si domanda Waters, mentre già il cuore mi batte forte sapendo che il pezzo forte sta per arrivare. Ci si chiede che fine ha fatto “Vera Lynn”, urliamo di portare i “ragazzi a casa” nel forum che esplode quasi in un boato. Qualcuno bussa alla porta, “it’s time to go”, è ora di andare. Ultima domanda, “Is there anybody outhere”, poi parte “Comfortably numb” che canto con tutta la voce che ho, la pelle d’oca, l’emozione che mi vince ed una lacrima mi scende sul viso. L’assolo finale, che, anche se non è prodotto dalle mani di Gilmour, è all’altezza della situazione. Mi perdo quasi in trance, in piedi, abbracciato alla donna che amo. Quando finisce in un’esplosione di suoni sono esausto e quasi senza voce… ma “the show must go on”.
 
“In the flesh?” mi riporta alla realtà, prima di una travolgente ed energica “Run like hell”. Le emozioni sono sempre forti, ma so che manca poco alla fine. “Waiting for the  worms”, con Waters vestito col il mantello da ufficiale, e la marcia pseudo-nazista dei martelli, che da piccolo mi impressionava tantissimo, proiettata sul Muro.
 
Ci siamo, è l’ora del “processo”. Roger solitario sul palco, mentre alle sue spalle il giudice sentenzia: “abbattete il Muro”.
 
TEAR DOWN THE WALL!
 
TEAR DOWN THE WALL!
 
TEAR DOWN THE WALL!
 
…urlato a ripetizione da tutto il forum, l’emozione che sale, il Muro che finalmente cade, blocco per blocco, con un frastuono che fa vibrare le scalinate. Mi viene ancora la pelle d’oca a pensarci.
 
 “Quelli che Ti amano veramente camminano su e giù, fuori dal Muro”. Giuly si stringe a me, sente il mio cuore che batte emozionato, anche noi, come la band e Pink, siamo “outside the wall”.
 
Thank you, grazie mille. La musica si affievolisce, i musicisti ad uno ad uno lasciano il palco, l’ultimo è Waters.
 
I suoni finiscono, le luci si accendono. “The show is over”, è finito lo spettacolo. Un bacio a chi mi ha accompagnato, ed ha vissuto con me queste emozioni. Un viaggio di ritorno nella pianura padana, le luci di casa, un letto che ci accoglie, la stanchezza che ci assale.
 
Ripenso alle emozioni vissute questa sera. Brividi. Il respiro della mia compagna, gli occhi che si chiudono, il sonno che mi rapisce, trasportandomi nuovamente in un mondo di sogni, tra i vivi ricordi di una serata indimenticabile.