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venerdì 29 giugno 2007

Padre Tullio Maruzzo O.F.M.

siccome sarò via questo fine settimana, e domenica sarà il 26° anniversario, anticipo ad oggi un post su mio zio....

non l'ho mai conosciuto, essendo stato ucciso nel 1981.... ma da quanto ho letto e mi è stato raccontato da papà e dagli zii, mi sarebbe piaciuto, doveva essere una persona straordinaria.

riporto qui la storia tratta dal sito dei Frati Francescani Minori del veneto...

Il 23 luglio 1929, in una famiglia di poveri contadini di Lapio (Arcugnano, Vicenza), nascevano due gemelli: Marcello e Daniele, figli di Angelo Maruzzo e di Augusta Rappo.
Marcello frequentò la scuola elementare del suo paese dove ebbe i primi segni della sua vocazione francescana. Il 9 ottobre, assieme al fratello gemello Daniele, entrò nel collegio serafico di Chiampo. Dopo aver finito il ginnasio, vestì il saio francescano dando così inizio all’anno di noviziato, nell’isola di S. Francesco del Deserto (Burano, Venezia) il 16 agosto 1945; Marcello prese il nome di Tullio e suo fratello gemello quello di Lucio. Il 17 agosto 1946 emetteva la prima professione dei voti di povertà, obbedienza e castità. Proseguì poi i suoi studi di liceo e di teologia. Il 15 luglio 1951, nel santuario di S. Antonio in Gemona del Friuli, emise la professione solenne e il 21 giugno 1953 fu ordinato sacerdote dal cardinale patriarca di Venezia, il B. Angelo Roncalli (poi Giovanni XXIII) nella basilica della Madonna della Salute.
Dopo l’ordinazione sacerdotale fu destinato come assistente nell’orfanotrofio di S. Nicolò del Lido in Venezia, vi rimase per sette anni, stimato da tutti per la sua mitezza e pazienza.





Il fratello gemello p. Lucio, subito dopo l’ordinazione sacerdotale, era partito come missionario francescano in Guatemala (Centro America). P. Tullio maturò la sua vocazione missionaria e decise di chiedere i permessi ai suoi superiori per partire anche lui. Il 16 dicembre 1960 prese l’aereo e fu destinato quasi subito dopo il suo arrivo alla parrocchia di Cristo Re, in Puerto Barrios, capoluogo del departamento (parola utilizzata in quella zona per denominare una provincia civile) d’Izabal, Terra di emigrazione che bisognava strappare la terra da coltivare alla foresta tropicale, bisognava impiantare tutto per sviluppare una chiesa nascente formata da gente che proveniva dai diversi punti della repubblica centroamericana. Fu cappellano della grande parrocchia centrale, incaricato della catechesi nelle scuole pubbliche e dell’assistenza agli ammalati nell’ospedale. In questa parrocchia ebbe il suo primo incontro con i Cursillos de Cristiandad, ai quali rimase legato fino alla morte. Il 26 gennaio 1963 s’istituì la parrocchia di Fatima in Entrarios-Abacà, p. Tullio fu nominato primo parroco. La popolazione affaticava ad amalgamarsi, più ancora: l’assenza quasi assoluta del potere dello Stato portava a risolvere le questioni sorte tra le persone e le famiglie per conto proprio ricorrendo facilmente alla violenza; la vendetta, l’omicidio, il furto e la disgregazione dei nuclei familiari erano frequenti. Per guadagnarsi il pane quotidiano p. Tullio organizzò un piccolo e rudimentale cinema parrocchiale. Il 28 febbraio 1968 venne istituita la nuova parrocchia di S. Giuseppe in Morales e affidata a p. Tullio. Si dovette partire dal nulla, costruire la casa parrocchiale, la chiesa e un centro per la formazione dei catechisti. La parrocchia era molto più vasta di quella di Entrerios-Abacà; il nuovo amministratore apostolico, mons. Gerardo Flores, puntò sulla formazione dei catechisti denominati in quella zona Delegados de la Palabra. P. Tullio si dedicò in pieno in questo lavoro pastorale coadiuvato da quattro suore canadesi. Negli anni sessanta e settanta la zona d’Izabal era poco popolata, dominata da foresta tropicale; fece nascere la cupidigia di non poche persone in cerca di terra d’appropriarsi. La legge dello Stato diceva che se un terreno senza proprietario veniva occupato da una persona, dopo 12 anni ininterrotti, la proprietà passava all’occupante. La maggior parte dei contadini emigranti erano analfabeti che non conoscevano né le leggi né i loro diritti. La parrocchia di Morales, esposta a continue emigrazioni, vedeva con facilità sorgevano nuovi villaggi , piccoli, sparsi in mezzo alla foresta, molto distanti uno dall’altro. P. Tullio visitava tutti i villaggi una, due, e anche tre volte all’anno, usando mezzi di fortuna: a piedi, a cavallo soprattutto, qualche volta anche la barca. Pochi erano raggiungibili con il mezzo motorizzato. Bisognava preparare un buon gruppo di catechisti per ogni villaggio, capaci di lavorassero insieme, per questo occorreva organizzare corsi di alfabetizzazione, di formazione umana e religiosa, che permettesse ai catechisti migliorare la loro povertà e insegnare agli altri nelle loro comunità.


La situazione


Persone senza scrupoli, specie ligie all’esercito e al governo di turno, misero gli occhi sulle terre già bonificate ma che gli occupanti non si erano preoccupati affatto della legalizzazione della loro proprietà; si facevano dare i documenti dal governo centrale presentandosi ai contadini come i legittimi proprietari di quelle terre obbligandoli a una scelta: partire alla ricerca di nuove terre oppure passare alla loro dipendenza. In caso di opposizione o di rifiuto si faceva intervenire l’esercito per l’attuazione del decreto. Durante la visita ai villaggi, p. Tullio portava ai contadini i beni che la Caritas gli concedeva affidandoli ai catechisti per la distribuzione. P. Tullio si guadagnò subito la stima e la simpatia della povera gente del luogo a causa della sua premura apostolica, il carattere mite e pronto all’accoglienza, lo spirito di sacrificio e la carità. Puerto Barrios è l’unico porto sul mare dei Caraibi della repubblica di Guatemala, unito alla città omonima della capitale da una strada asfaltata e da una ferrovia. I gruppi dell’estrema sinistra si organizzarono in guerriglia in quelle zone, rifugiandosi nelle montagne e svolgendo azioni di disturbo al traffico di quelle uniche vie di comunicazione con il porto; buona parte del commercio con gli Stati Uniti e con l’Europa passava per Puerto Barrios. Il governo rispose organizzando i gruppi paramilitari detti comisionados, formato da ex militari che spesso risultavano essere persone senza scrupoli. Molti di questi vollero approfittare della loro posizione per appropriarsi indebitamente delle terre già bonificate che, in caso di rifiuto da parte del contadino, veniva accusato di “comunismo”, e quindi ucciso (Per attuare le loro decisioni i Comisionados si organizzavano in squadroni della morte).




Le cause del martirio



P. Tullio sapeva molto bene che non era possibile affrontare quelle persone, bisognava trovare una via efficace per difendere i contadini: istruirli sui loro diritti e suggerire loro di organizzarsi per procedere alla legalizzazione del possesso delle loro terre; a questo scopo fece intervenire la Caritas che prestasse i suoi servizi con avvocati di fiducia. La cosa non piacque ai paramilitari che iniziarono a prendere di mira l’attività apostolica di p. Tullio; ricorsero alle minacce, alle calunnie e ad ostacolare l’attività del centro formativo per i catechisti. Si diceva che p. Tullio aveva buoni rapporti con i guerriglieri, che forniva loro generi alimentari e medicinali, ma in realtà erano quelli che la Caritas affidava a lui per distribuirli ai contadini durante le sue visite ai villaggi; si disse perfino che era “comunista” e “guerrigliero”. P. Tullio non prese neppure minimamente in considerazione le accuse calunniose. I paramilitari arrivarono ad organizzare un attentato contro la parrocchia, fecero esplodere una bomba intimidatoria davanti alla canonica e un’altra davanti al centro catechistico curato dalle suore canadesi. I superiori pensarono a cambiarlo di parrocchia. P. Tullio fu trasferito a Quiriguà, una località a 50 km di distanza da Morales, sempre in Izabal. Le minacce lo raggiunsero anche là. Questa parrocchia era più vasta di Morales perciò godeva della compagnia di un altro sacerdote anche se anziano: p. Paolino Cristofari ofm, già sua assistente quando era fratino a Chiampo. Due fatti fecero “traboccare il vaso”. In un villaggio si reclutavano i giovani per il servizio militare. Il sistema utilizzato era che i soldati dell’esercito arrivati improvvisamente nella località, correvano dietro a un giovane trovato nella via pubblica fino a prenderlo e legarlo, obbligando il mal capitato così al servizio militare. Secondo la legge dello Stato non si poteva prelevare una persona dall’interno di una casa, ma un soldato era entrato dentro di un’abitazione per prelevare un giovane che si era rifugiato, provocando la reazione dei catechisti e di altre persone che facevano presente l’illegalità dell’azione. Chi aveva istruito i contadini sui loro diritti a modo di ostacolare l’azione dell’esercito? Il rapporto dell’ufficiale dell’esercito che guidava la spedizione in quel villaggio non fu per niente tenero contro il parroco e il centro di formazione dei catechisti; in Quiriguà il centro era curato da suore nordamericane. Il secondo fatto fu un’azione di esproprio: 60 famiglie erano spogliate di tutto. P. Tullio, p. Paolino e i capifamiglia scrissero una lettera rispettosa al Presidente della repubblica, chiedendo il suo interessamento per risolvere in forma giusta la situazione. Non pochi dei contadini firmatari avevano messo la croce perché analfabeti. Questi due fatti fecero sì che le alte autorità militari prendessero la decisione di uccidere p. Tullio, considerato un elemento scomodo per i loro interessi personali.



Il martirio




Dopo una faticosa giornata trascorsa tra i villaggi delle montagne, il 1° di luglio 1981, dopo aver cenato di corsa, p. Tullio si recò all’ultreya (parola utilizzata dai membri dei Cursillos di Cristiandad per denominare le loro riunioni settimanali)di Los Amates ; finita la riunione decise di accompagnare due cursillistas a la loro casa, distante una diecina di chilometri dal centro, erano passate le 9:00 di sera. Luis Obdulio Arroyo era un giovane terziario francescano, cursillista e catechista che non si separava dal padre, in questo caso aveva deciso di fare l’autista del mezzo utilizzato. Di ritorno, superati due chilometri dalle rovine dei Mayas che dà il nome alla località, i paramilitari avevano preparato un’imboscata: dopo aver fermato il mezzo, fecero scendere p. Tullio e Luis Obdulio e li crivellarono sul posto. P. Tullio e il suo catechista, per essere fedeli al loro ministero apostolico sacerdotale e alla dottrina sociale della Chiesa, cadevano vittime dell’ingiustizia e per difendere i poveri contadini. P. Tullio venne subito riconosciuto dai suoi parrocchiani come ‘martire’ e ‘santo’ e tale è venerato dalla gente fino ad oggi. Il ricordo e la preghiera è sommessa, dato il pericolo rappresentato dagli assassini ancora liberi e protetti dalle autorità militari.




martedì 26 giugno 2007

Una salita alla Punta d'Arnas 3560 m, valle dell'Arc

Ecco un’altra bella salita. Partito venerdi sera dopo una vera giornata di medda sul lavoro, esco dall’ufficio, smaronamento in tangenziale, ritrovo con gli altri ad Avigliana alle 19. E via verso Susa e il Moncenisio, dove ci concediamo un’omelette volante. Ripartiamo, scendiamo nella valle dell’Arc, a Bessans prendiamo la strada che conduce nel vallone di Averle. Non capiamo se c’è il divieto oppure no (io ricordo esserci a luglio ed agosto),e giungiamo in auto fino al parcheggio sotto il rifugio Averole, in località Plan du Prè 2015 m.

Montiamo la tenda vicino ad una baita diroccata alla luce delle frontali, alle 22 il campo base è montato. Tisanona e a nanna, la mia giornata era stata abbastanza lunga…

Alle 4.50 la sveglia, si mette il naso fuori, è pieno di nubi… ma verso l’Italia c’è l’azzurro..ribadisco le mie previsioni basate su BOLAM, entro le 9 sarà tutto sereno. Smontiamo la tenda e la buttiamo in macchina, vado a darmi una lavata in un ruscello, colazione e siam pronti a partire. Saliamo al rif. Averole, poi un bel sentiero si inoltra nel vallone solitario. A quota 2300 circa attraversiamo il torrente a destra, su un ponticello da brivido, e risaliamo per un sentierino ripido uno stretto valloncello sotto l’Ouille de la Vallettaz. Primi nevai, per fortuna portanti, da quota 2700 m. Dal lago d’Arberon in su la copertura nevosa è pressoché continua. Il cielo si è quasi totalmente sgombrato da nubi come avevo previsto, e l’aria è limpida e tersa, la temperatura fresca. Raggiungiamo i pressi del col d’Arberon, quindi ramponi ai piedi, effettuiamo un lungo traverso su ripidi pendii nevosi alla base della parete ovest della punta d’Arnas. La pendenza c’è, attraversiamo qualche grande slavina, e con un ultimo traverso esposto un po delicato per via della neve dura, usciamo sulla cresta ovest-sud-ovest della montagna. La vista si apre verso il Rocciamelone, e sulla vicina Croce Rossa. Ora il percorso è chiaro, la cresta sale prima larga e poco inclinata, poi si fa molto più ripida, stretta e orlata di cornici a sinistra. La salita è caratterizzata da un fastidioso vento da ovest, freddo. La cresta si fa sempre più ripida, e soprattutto il fianco destro, che si inabissa molto ripido verso il basso. A quota 3450 circa decidiamo di legarci, per percorrere gli ultimi metri. Un primo delicato traverso su pendio abbastanza esposto, poi una rampa porta all’anticima. La vera vetta è cinquanta metri più avanti…la raggiungiamo con un altro traverso delicato ed esposto su neve dura, ultimi passi su roccette, e ci siamo. Punta d’Arnas 3560 m di quota. Il panorama è fantastico sulle mie valli di Lanzo, su parte della pianura torinese, sulla Francia… vedo laggiù la Barre ed il Dome de Neige de
s Ecrins, dove ero due settimane fa…800 a picco sotto di noi, il lago della Rossa… e là in fondo, verso est, le montagne di Cafasse, proprio dietro casa mia… l’aria gelida ci spinge a prendere presto la via del ritorno. I due traversi sono molto meno impressionanti di prima, la neve si è ammollata un po e si possono scavare bei gradini. Anche Federica alla sua prima esperienza alpinistica se la cava bene. Quindi scendiamo, la neve nella parte bassa della cresta si fa decisamente molle, e mettiamo le ghette. Ogni tanto si affonda fino alla coscia, ma solo poche volte, e quindi la fatica non è eccessiva. A 3100 m ci sleghiamo, e facciamo pranzo. La bisa non da tregua, ripartiamo, ora via verso valle, prendendo il ramo destro (scendendo) del ghiacciaio d’Arberon. Siamo soli e lasciamo le nostre tracce in discesa nell’immensità di questa solitudine tra neve roccia e ghiaccio.

Vorrei avere gli sci per disegnare curve su curve su questi splendidi pendii, ma son contento così, la giornata e la compagnia sono fantastici, e la gita anche. Usciamo dagli ultimi nevai, da qui in giù è sentiero, tra mille rivoli di fusione, e migliaia di fiori di tutti i colori. A 2400 m, mentre guardo Davide e Federica già in basso, vedo un’ombra su di loro, alzo gli occhi al cielo… un gipeto!! Maestoso, enorme, bellissimo… ci gira sopra un po di volte, è fantastico…. Quale piacevole incontro anche oggi!! Non l’avevo mai visto così vicino, sarà stato a 70-80 m sopra le nostre teste…

Ancora piccola pausa, poi continuamo la discesa, nel verde e tra i profumi d’estate, e finalmente sentiamo un po di calore…dai pressi del rifugio, voltandoci, la nostra Punta d’Arnas fa bella mostra al fondo del vallone verdissimo…un incontro con un rumoroso gregge di pecore, e siamo all’auto.. quale piacere togliersi gli scarponi, cambiarsi e darsi una rinfrescata…. Sono le 16.50, la luce pomeridiana è bellissima. Risaliamo quindi in macchina, scendiamo la valle, non senza qualche sosta fotografica all’imbocco del vallone, sotto il maestoso Charbonnel, e a Bessans ci concediamo l’immancabile e meritatissima birra. Questa punta mi girava per la testa da 11 anni, un altro dentino è stato tolto….

Foto su: www.roby4061.it/photobook/arnas.htm

domenica 24 giugno 2007

ieri & oggi

Ieri, Punta d'Arnas 3560 m, valle dell'Arc.

gita alpinistica, 1500 m di dislivello, giornata fantastica, ambiente grandioso.



Oggi, Passo della Croce 1160 m, in bici da casa.

45 km in totale, 800 m di dislivello, salita piacevole, discesa divertente.



Non male anche questo fine settimana...

mercoledì 20 giugno 2007

miticoooooooo



Lonely day



Altro giro stasera... Pian Audi 870 m, totale 40 km, poco traffico, discesa a rotta di collo di nuovo a 62.5 km/h. Comincio proprio a divertirmi...

E avevo in mente questa canzone...

Buon ascolto!








domenica 17 giugno 2007

un bel we

oohh

sono le 20.30 quasi, il we è quasi finito.. uno di quelli decisamente "ricchi"...

venerdi sera bella serata qui in paese alla festa con gli amici di una vita... una birra, due cavolate, poi via a dormire.. che sabato mattina ci si alza allle 5.30...

quindi 5 ore di sonno, appuntamento alle 6.30 a rivarolo con cristina, e via verso Cogne.

E dopo i ghiacci dei 4000 dello scorso week-end, eccomi a camminare per sentieri e boschi immerso nel verde e nei colori d'estate... la scelta cade sul Monte Herban 3004 m, sopra Cogne. Un belvedere di prim'ordine sulla valle.

Partiamo alle 8.35, i prati di S. Orso fioriti sono uno spettacolo unico. Attacchiamo il sentiero per il Pousset, a me famigliare, e risaliamo fino all'Alpe Robat, quindi nel fresco del bosco. Il sentiero è ripido, ma la solitudine ed il fresco ci aiutano. Prima di Les Ors facciamo l'incontro con un paio di camosci ed uno scoiattolo.

Usciamo sugli splendidi pascoli degli alpeggi, e qui vediamo uno spettacolo unico, anche se "cruento". Un'aquila volteggia in direzione del nido, con qualcosa tra le zampe... ci metto un po a capire, è una povera marmotta! Doveva averla appena ghermita, e ora si dirigeva verso il nido... Non riesco a fotografarla, ma è una cosa che non avevo mai visto ma che ricorderò..

Proseguiamo per il sentiero, poi lo abbandoniamo non ricordandomi dov'era il bivio... con una variante per tracce di sentiero, scomodando molti stambecchini al pascolo, per una valletta pittoresca e un ripido pendio sotto il dirupato versante nord dell'Ouillè, finalmente intercettiamo il sentiero segnato.. al ritorno non faremo varianti di questo genere..

Il sentiero sale bello, ripido e con numerose svolte... fino ad un colletto a 2480 m, presidiato da tre stambecchi giovani.. la vista dal colletto è fantastica sui valloni di Grauson e Urtier... do un'occhiata all'Ouillè, non sembra banalissimo... ma ci penseremo dopo..

proseguiamo per 2-300 m per il sentierone che porta al vittorio sella in traversata, quindi lo abbandoniamo, e risaliamo senza sentiero i ripidi pascoli che portano alla vetta.

Anche qui solo stambecchi giovani e camosci... molto bella la visione di una madre col piccolo che si alza, e camminano fianco a fianco e sono indistinguibili.. il piccolo camminaa fianco alla madre, con lo stesso identico passo, rimanendo sempre coperto e quindi invisibile... la natura è veramente unica.

I prati lasciano spazio a zone detritiche, con un po di fatica raggiungiamo un ometto di pietre dal quale si ha una vista fantastica su Cogne, e quindi in breve siamo alla croce di vetta a 3004 m. Anche se non ci è sembrato, siamo stati velocissimi... 3 ore e mezza per salire 1470 m di dislivello.. invece delle 4 previste dalla relazione!

Il panorama è bellissimo sulla Valnontey e le sue vette, sul vallone del Pousset e su tutto il gruppo della Grivola, e poi su tutta la valle coi tre valloni di Arpisson, Urtier e Grauson... riconosco ogni sentiero, ogni villaggio di questa valle che adoro...

Un vento fastidioso e gelido e le nuvole che a tratti coprono il sole ci fanno scappare dalla vetta... pranzeremo più in basso, al cospetto di Cogne, in un posto riparato...

Quindi riprendiamo il cammino, e giunti al colletto tentiamo la salita all'Ouillè..un sentierino scende leggermente, si porta sul lato est della punta, e per roccette e tracce, su terreno assai ripido, giungiamo sulla aguzza vetta, a 2521 m. I placconi degradano verso Cogne, sul lato Pousset la parete precipita strapiombante ed impressionante... che soddisfazione! Adocchiavo questa vetta da oltre 10 anni, da quando venivo in vacanza qui e mi dicevo "prima o poi lassù ci vado..."... E' poi ora di scendere...

Ritorniamo al colletto, quindi giù per il bel sentierone, sempre solo noi e gli animali del vallone...

Stavolta proseguiamo sul sentiero giusto, ma vogliamo ancora traversare al casotto del guardiaparco del Pousset, per un bel sentierino stretto e panoramico...

Dal casotto in giù è solo discesa, ripida, e le ginocchia cominciano a farmi male... le prime persone della giornata le incontriamo nel bosco alle 16.25... ma ormai, in poco più di mezz'ora saremo di nuovo nella civiltà, sui prati di Cogne. Alla fine ci siamo fatti circa 1550 m di dislivello e due punte di cui un 3000... non male...

Una birra per festeggiare la bella gita e si torna a casa...

Ecco cosa mi piace della montagna. Sì, mi piace l'alpinismo ed il regno dei ghiacciai, ma adoro anche giornate come questa, passare ore e ore a camminare senza incontrare nessuna presenza umana, solo marmotte, camosci, stambecchi, aquile.. solo i colori e i profumi dell'estate, panorami da cartolina, l'aria fredda, il sole, le cascate e i silenzi di una gita da ricordare.

Le altre foto sono qui.



Estate a Cogne..



E oggi? e beh, oggi sveglia alle 10.... mi preparo, colazione e poi inforco la bici.. passo da Cafasse, incontro Elisa che sta organizzando la corsa del team TATA... baci dalla miss, quindi, e riparto verso Lanzo... salita tranquilla, molto, troppo traffico sulla SP1 fino a Losa... ma poi attacco la salita di S. Ignazio... il primo km già a momenti mi spezza... ma poi ingrano, e la rampa breve al 18 % la supero grazie alla Sacra Corona Tripla... breve discesa e sono a Mombresto, poi ricomincia a salire, ogni tanto molla, ma ci sono strappi al 12-14 %.. tornanti, tornanti e tornanti, quando esce il sole schiatto, ma le gambe vanno abbastanza bene nonostante i 1550 m di dislivello di ieri... ed eccomi a Gisola, tra i profumi delle grigliate, e penso che in quel momento potrei uccidere per una braciola o una costina...

Ci siamo quasi.. tratto pianeggiante, poi ultima rampa, mi alzo sui pedali e sono al piazzale....il cancello è chiuso, ma non mi arrendo... scavalco il muretto e faccio le ultime curve della stradina col fondo sconnesso... ed eccomi al santuario, a 931 m, dopo 22 km di salita (di cui gli ultimi 5.5 al 7.1 % di media..)..

riposo, bevo, foto.



Sant'Ignazio... oggi, 17 giugno.

Poi scendo... pian piano fino al piazzale... mi tappo per bene col k-way, e poi mi lancio.... nel primo tratto tocco la velocità "smodata" di 62.5 km/h.. mio record personale sulle due ruotine della mia specialissima..

Mi diverto un sacco, disegno le curve, freno, lascio andare, freno...

Tornante, rettilineo, tornante...

In breve sono a Lanzo...

mi svesto, e poi via per la direttissima... rapportone e giù a 32-36 all'ora fino a Cafasse... ritrovo Elisa, così mi becco giustamente altri bacini da una miss ufficiale di una corsa ciclistica...

eh beh è giusto, anche se non sono al traguardo, ma va bene lo stesso...

saluto Chris e gli auguro un "in bocca al lupo" per la gara che partirà di lì a poco... mi lancio verso casa, superando gli atleti in riscaldamento (mi concedo di fare un po lo sborone, lo ammetto, anche se dopo 40 km sono stanchino...), e con volata finale eccomi a casa....

41 km, 550 m di dislivello, un bellissimo giro ad anello con un GPM tra i più conosciuti delle corse locali...

Bello.

Il pomeriggio lo passo tra la gara e il sonnecchiare...

Ed ora?

Pioviggina, non so... magari faccio un giro in festa, magari no...

ma in ogni caso sono proprio contento di questo week-end, ho fatto un sacco di cose...

Evviva, evviva! Stanco ma soddisfatto.



venerdì 15 giugno 2007

la Vostra canzone...

Penso che ognuno di noi abbia la PROPRIA canzone...

quella che ci rappresenta, quella che ci ha lasciato un segno... io ho due/tre canzoni mie...

ma la prima in assoluto è questa... mi ha lasciato un segno, ha fatto da colonna sonora al mio ingresso nel mondo della montagna...

e non mi stancherò mai, e poi mai di riascoltarla...

perchè è la MIA canzone...





There's a lady who's sure all that glitters is gold
And she's buying a stairway to heaven
And when she gets there she knows if the stores are closed
With a word she can get what she came for


Woe oh oh oh oh oh
And she's buying a stairway to heaven


There's a sign on the wall but she wants to be sure
And you know sometimes words have two meanings
In a tree by the brook there's a songbird who sings
Sometimes all of our thoughts are misgiven


Woe oh oh oh oh oh
And she's buying a stairway to heaven


There's a feeling I get when I look to the west
And my spirit is crying for leaving
In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees
And the voices of those who stand looking


Woe oh oh oh oh oh
And she's buying a stairway to heaven


And it's whispered that soon, if we all call the tune
Then the piper will lead us to reason
And a new day will dawn for those who stand long
And the forest will echo with laughter


And it makes me wonder


If there's a bustle in your hedgerow
Don't be alarmed now
It's just a spring clean for the May Queen


Yes there are two paths you can go by
but in the long run
There's still time to change the road you're on


Your head is humming and it won't go in case you don't know
The piper's calling you to join him
Dear lady can't you hear the wind blow and did you know
Your stairway lies on the whispering wind


And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
How everything still turns to gold
And if you listen very hard
The tune will come to you at last
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll
Woe oh oh oh oh oh
And she's buying a stairway to heaven


There's a lady who's sure all that glitters is gold
And she's buying a stairway to heaven
And when she gets there she knows if the stores are closed
With a word she can get what she came for


And she's buying a stairway to heaven, uh uh uh.

mercoledì 13 giugno 2007

martedì 12 giugno 2007

Dome de Neige des Ecrins 4015 m

Ed ecco che inizia la stagione alpinistica...in notevole anticipo e senza alcuna "gitona" escursionistica preparatoria, e con ancora i residui dell'influenza.. ma l'invito di martamarta e dei suoi amici era allettante, e ne ho approfittato, conoscendo nuovi amici.

Siamo partiti sabato alle 11 da Pre de Madame Carle 1874 m, con un bello zaino carico, su per l'ottima mulattiera. Impressionante il vallone del Glacier Noir sicuramente abbandonato dal ghiacciaio nell'ultimo secolo. Il tempo è buono, fa caldo, e la fatica si fa sentire. Saliamo in ambiene grandioso e selvaggio, a quota 2450 m, nei pressi di un laghetto, ci fermiamo per il pranzo.

Nel mentre ci raggiungono gli altri 4 partecipanti, e si riparte sgranati verso l'alto. La fronte del Glacier Blanc è impressionante, verso i 2800 m di quota mettiamo piede sul ghiacciaio. Con percorso in leggera salita giungiamo alla base del pendio detritico e nevoso che faticosamente risaliamo per raggiungere il refuge des Ecrins 3170 m.

E' molto affollato, ci sono due corsi CAI e probabilmente anche uno del CAF.

Un po di relax, cena, un'ultimo sguardo alla Barre des Ecrins tra le nubi e si va a nanna. La notte è infernale, il caldo terribile in camerata non mi fa praticamente dormire.. Alle 3 ci si alza, avrò dormito si e no 2.30 ore.

La colazione a fatica come al solito, poi scendiamo al ghiacciaio. Sono già le 4.35 quando ci incamminiamo. Parto con un passo molto lento, il percorso è inizialmente in leggera salita, fino a quota 3300 circa, dove la traccia si impennerà verso l'alto. QUi ci coglie l'alba, splendida. La via è molto affollata, ma sulle rampe assai ripide si va piano e ci si ferma spesso.

Uscire di traccia è impensabile, si sprofonda nella neve fino al ginocchio. Faticosamente, risaliamo l'immenso e spettacolare e ripido versante nord della Barre des Ecrins, fin sotto la parete terminale, dove ci coglie la nebbia.

Quest'ultima rampa, massima pendenza a 45°, toglie il fiato anche a me... ma poi spiana, e la nebbia si dissolve... con un lungo traverso in leggera ascesa, arriviamo sotto il ripido muro della Breche Lory, 3974 m. Si riprende fiato, poi con cautela superiamo il pendio a 45°, sotto c'è del ghiaccio, ma è ancora in buone condizioni.

Ci siamo quasi... gli ultimi passi, e quando sono in vetta mi viene la pelle d'oca.. di nuovo a quota 4000, respiro di nuovo quest'aria sottile. Sono le 8.50, siamo a 4015 m, giù in valle il mondo dorme ancora...

Le foto di rito, poi è ora di scendere. Due nostri compagni hanno rinunciato alla Barre des Ecrins per la troppa neve, altri due ci proveranno lo stesso ma faranno dietro front dopo il primo tiro... condizioni troppo invernali in cresta, in effetti anche altre 2 cordate francesi tornano indietro.

La nostra discesa è lunga, e comunque faticosa, e bisogna tenere alta la concentrazione, perchè la traccia passa su alcuni ponti mascherati dalla neve recente.

Finita la parte ripida, a 3300 m, anche se non si dovrebbe stare in T-shirt su ghiacciaio, mi devo svestire... il caldo è terrificante, e percorrere il plateau fino al rifugio è una cosa allucinante per via del calore. Non un filo d'aria, il riverbero trasforma questo luogo in un forno...

Sotto il rifugio piccola pausa, poi giù in ordine sparso.... nei pressi del refuge du Glacier Blanc è pieno di marmotte, il bello di salire un 4000 senza impianti, e partendo dal fondovalle è anche questo.

Una sosta per una birra, poi si riparte, e nell'ultima mezz'ora prendiamo anche un po di pioggia, ma se non altro ci rinfresca..

Ed eccoci finalmente a Pre de Madame carle... sono le 16.35, sono 12 ore che camminiamo... ma la gita è finita!

Birrazza, panozzo, poi via verso casa... anche questa è andata, il 17° quattromila aggiunto alla "collezione".

L'unico aspetto se diciamo "negativo" di queste salite, è che sono sempre molto affollate...

tuttavia, Gaston Rebuffat soleva dire "A quattromila metri si respira un'aria particolare"... ed è vero...

le foto sono sul mio sito: www.roby4061.it/photobook/dome.htm



lunedì 11 giugno 2007

a quattromila metri...

si respira un'aria particolare.

oggi ci sono tornato, a respirare quell'aria.

Due immagini, il resto nei prossimi giorni.



Alba sul glacier blanc



In vetta al Dome de Neige des Ecrins 4015 m.

venerdì 8 giugno 2007

because the night

take me now baby here as I am
pull me close, try and understand
desire is hunger is the fire I breathe
love is a banquet on which we feed

come on now try and understand
the way I feel when I'm in your hands
take my hand come undercover
they can't hurt you now,
can't hurt you now, can't hurt you now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to lust
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us

have I doubt when I'm alone
love is a ring, the telephone
love is an angel disguised as lust
here in our bed until the morning comes
come on now try and understand
the way I feel under your command
take my hand as the sun descends
they can't touch you now,
can't touch you now, can't touch you now
because the night belongs to lovers ...

with love we sleep
with doubt the vicious circle
turn and burns
without you I cannot live
forgive, the yearning burning
I believe it's time, too real to feel
so touch me now, touch me now, touch me now
because the night belongs to lovers ...

because tonight there are two lovers
if we believe in the night we trust
because tonight there are two lovers ...


giovedì 7 giugno 2007

Buon compleanno papà

Oggi avresti compiuto 69 anni.


Ma è come se fossi ancora qui tra noi.


Forza, da Lassù, sulla montagna più alta, affacciati un attimo e soffia più forte che puoi.



Qui sulla Terra arriverà un soffio di vento a spegnere le candeline.


Ciao papino.


 


 


 

BYOB

musica dura stasera....questi però son troppo forti... son matti! completamente!!



e questa è una canzone anti-militarista. NO WAR.

mercoledì 6 giugno 2007

6 giugno 1944

Oggi è un'altra data carica di Storia.


Il 6 giugno 1944 sulle coste francesi della Normandia cominciava l'operazione Overlord. Si apriva il fronte occidentale. Se da oriente con la battaglia di Stalingrado, l'avanzata verso Berlino era già cominciata nel febbraio 1943, ad ovest cominciava il 6 giugno 1944.


Ci vorrà quasi un anno prima che le forze alleate comandate da Eisenhower e l'Armata Rossa di Zukov si incontrino sul fiume Elba, in Germania...


Quando nel 1999 andai in viaggio in Normandia e Bretagna, mi rimasero negli occhi le immagini delle spiagge dello Sbarco e soprattutto i cimiteri di guerra, sia quelli Alleati, sia quelli Tedeschi, diversi nella forma, ma uguali nella sostanza... mi impressionarono entrambi.


Non può, visitando luoghi simili, non prenderti un groppo in gola e chiederti perchè milioni di di vite sono state sprecate in modo tanto assurdo.



Quand'è che l'uomo imparerà che la guerra fa schifo?


 


 


 

lunedì 4 giugno 2007

domenica 3 giugno 2007

venerdì 1 giugno 2007

sergent pepper's lonely hearts club band

esattamente 40 anni fa, il 1° giugno 1967, usciva quest'album dei Beatles, una delle pietre miliari della storia del rock.



da quell'album vorrei farvi ascoltare una delle più belle canzoni in assoluto dei Fab Four....

buon ascolto.




Adoro la musica. Cosa sarebbe il mondo senza la musica?