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mercoledì 19 settembre 2007

Misty Mountains Hop

So I'm packin' my bags for the Misty Mountains
Where the spirits go now.
Whoa~over the hills where the spirits fly.



Misty Mountain Hop – Una sosta alle montagne nebbiose


Così posso descrivere, dal titolo di una canzone dei Led Zeppelin, la salita al Verzel, montagna di 2406 m, a ridosso della pianura canavesana in questo week-end di metà settembre.
Il sabato è una giornata fantastica, la sveglia non è puntata all’alba, visto il lungo viaggio in treno affrontato da Misty venerdì pomeriggio. Colazione, preparativi e partenza per Castelnuovo Nigra, dove ritiriamo le chiavi del rifugio Fornetto, dove pernotteremo. L’idea è di assistere all’alba dalla vetta, sperando in uno spettacolo come quello del 22 ottobre 2006, quando salii quassù coi miei amici. Saliamo lungo una strada stretta e poi sterrata, lungo le pendici della montagna, fino ad un tornate a quota 1550 circa, oltre la strada è impraticabile. Ci carichiamo sulle spalle i pesanti zaini, e ci incamminiamo lungo la strada, arrivando alla cava di quarzo ormai abbandonata. Da qui prendiamo un sentierino, tra i pascoli che ormai cominciano a prendere i colori autunnali. Fa molto caldo, il “satana giallo” ci martella sul coppino. Passiamo per alcuni spartani alpeggi, ancora utilizzati, ed altri in rovina, sbucando poi su una dorsale, da dove il rifugio è ben visibile, abbarbicato su ripidi pendii erbosi. Lo raggiungiamo dopo 1 ora e 40 di cammino, le ultime rampe sono assai ripide, ma è bello aprire la porta, e trovarsi dentro un rifugetto di quelli come una volta. E’ una baita riadattata, ben attrezzata, spartana ma c’è tutto. Ci sistemiamo, e poi passiamo il pomeriggio in relax, sonnecchiando e arrampicottando nei pressi del rifugio. Verso le 16.30 accendo la stufa, per dare temperatura alle quattro pareti di pietra. E’ suggestivo salire dietro alla piccola costruzione, e vedere il fumo che esce dal camino, con lo sfondo della pianura toccata dal sole del tardo pomeriggio. Vien ora di cena, il cuoco (il sottoscritto..) si mette all’opera, in mezz’ora è tutto pronto, grazie al calore della stufa. Polenta concia e salsiccia, accompagnato da una bottiglia di Dolcetto di Dogliani che mi son scarrozzato dalla partenza.. dulcis in fundo un goccio di genepì fatto in casa, poi dopo aver lavato i piatti, ci rilassiamo seduti con la schiena appoggiata alla parete del rifugio, e con lo sguardo perso nella pianura canavesana costellata di luci. Il silenzio è rotto solo dal campanaccio di qualche mulo, nell’alpeggio più in basso, e dallo scroscio della piccola fontanella. Ogni tanto qualche aereo nel cielo, che minuto dopo minuto si accende di milioni di stelle.

Ci si sente davvero piccoli, di fronte all’immensità di tutto questo. Siamo “solo” a poco più di 2100 m di quota, ma è tutto un altro mondo rispetto a quello che stiamo osservando dall’alto. Laggiù è il sabato sera, migliaia, forse milioni di persone si preparano ad uscire, mentre noi siamo quassù, soli, immersi in un “nulla” che per noi invece è “tutto”. Non fa freddo, è una serata bellissima, verrebbe voglia di restare tutta la notte a vegliare su quelle luci, oppure volgendo lo sguardo alla Via Lattea, che ci guarda dall’alto. Ma vien l’ora di ritirarsi al piano superiore, con un po’ di dispiacere nel lasciare il calore della stufa, ma anche il locale dormitorio, rivestito di legno, conserva il suo bel tepore. La notte passa veloce, tra un sogno e l’altro, alle 6 ci alziamo, vogliamo essere su per l’alba. Tempo di uscire dal rifugio e vedere le ultime stelle morire dietro alle nebbie che avanzano dalla pianura. Mangiamo qualche biscotto, e partiamo alla volta della vetta. Sapevo della possibilità di questi strati nuvolosi, ma sinceramente pensavo che sarebbero rimasti sotto una certa quota. Invece il flusso umido dal mar ligure è più intenso del previsto, e veniamo presto avvolti nella nebbia.

Misty Mountains Hop.. Saliamo velocemente, mentre le speranze di “forare” le nubi si riducono ad ogni passo, e metro dopo metro la vetta si va più vicina, e la nebbia sempre più fitta. Entriamo in un mondo di suoni ovattati, qualche sparo in fondo alla valle, i campanacci, i nostri passi, i nostri respiri affannosi per la salita sempre ripida. Quasi senza accorgercene, arriviamo alle roccette finali, la vetta è già lì. Ci arriviamo circondati da miliardi di goccioline d’acqua, immersi nell’umidità totale, il sole è laggiù da qualche parte, ad oriente, ma non lo vediamo. Siamo a 2406 m di quota, soli nel nulla. E’ bello lo stesso. La montagna è anche questo.

Restiamo un po’ sulla vetta nella speranza di uno squarcio tra le nubi che non arriva. Decidiamo di prendere la via del ritorno, in breve, nonostante qualche scivolata per le rocce umide, arriviamo ben presto tra le accoglienti pareti del rifugio, la stufa è ancora tiepida dalla sera prima. Abbondante colazione, poi rifacciamo gli zaini, chiudiamo questo angolo di montagna, e ci incamminiamo verso valle, sempre immersi nella nebbia e nell’umidità. Oggi il sole non lo vediamo. Che differenza rispetto alla radiosa giornata di ieri. Ecco le baite, ecco la cava, ecco la stradina. In breve siamo all’auto. Ci cambiamo, scendiamo più in basso, nei pressi di un’area attrezzata, ovviamente deserta, dove pranziamo accerchiati dal nebbione che è sceso più in basso ed è sempre più fitto. Lasciamo questo posto mentre comincia a piovere, è questo il saluto che ci da la montagna, in questa giornata di metà settembre.

Con un nuovo bagaglio di sensazioni e di ricordi, ci avviamo verso valle, voltando le spalle al Verzel, ai suoi pendii erbosi, alle sue rocce, al suo rifugio aggrappato alla montagna come un nido d’aquila, alle sue pareti scaldate da una stufa a legna. Voltiamo le spalle a quel cielo stellatissimo, a quella vista sulla pianura nella quale stiamo per ritornare, a quei silenzi, a quelle nebbie. Voltiamo le spalle al nostro mondo, ma sapendo che non è un addio, bensì un arrivederci, un arrivederci alla prossima, perché quello è il nostro mondo e gli apparteniamo, e gli vogliamo appartenere fino in fondo.

Foto su: http://www.roby4061.it/photobook/verzel2.htm

5 commenti:

  1. non ti fermi mai eh roby!! ^___^

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  2. Belle foto dal rif. fornetto. Ma ti hanno dato le chiavi perchè ti conoscono o posso chiederle pure io? Costa qualcosa se si quanto?

    Grazie

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  3. si, basta chiedere le chiavi, una quota di 5 euri.

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