«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»
Finisco di scattare qualche foto notturna, e mi attardo fuori dal bivacco, da solo. Sono a
Sempre caro mi fu quest’ermo colle… quant’è vero. Ho scoperto questo posto dieci anni fa. A prima vista sembrerebbe un insulso colle di sfasciumi…faticoso ed eterno da raggiungere, visti i
Questo posto mi è entrato nel cuore quel pomeriggio di agosto di tanti anni fa e non ne è più uscito. Il Bivacco Gratton e
Son salito ben sei volte quassù. E so che ne seguiranno molte altre, per me è come una sorta di pellegrinaggio, un tornare a trovare un vecchio amico. Guardo quel bivacchetto, ora la finestrella è illuminata dalla luce tremolante di una candela. Qua fuori c’è un gran silenzio, rimango ad osservare a lungo il cielo,
Le nebbie si sono ritirate, ha smesso di nevicare e la temperatura è scesa a –3°, la neve scrocchia sotto i piedi.
Anche a lui piaceva molto questo posto, soprattutto il vallone del Pousset, in questa valle che ha visto germogliare e poi nascere la mia passione per la montagna, questa valle è nel mio DNA. Sul libro del bivacco ci sono ancora tutte le tracce dei miei precedenti passaggi. Sono tutti belli i ricordi delle volte che son stato quassù, con persone con cui ho condiviso montagne, fatiche, emozioni, gioie, tratti più o meno lunghi della stessa Via.
Sono felice di essere quassù, il mio socio di gita e grande amico Alex è già sotto le coperte, io mi godo volutamente questo quarto d’ora di solitudine totale ad ammirare ciò che mi sta intorno e ad ascoltare la pace dell’alta montagna. E’ fine settembre, l’autunno è cominciato e quassù l’inverno è alle porte. Una lontana scarica di sassi interrompe l’assenza totale di suoni, poi ritorna l’assordante silenzio.
Sulla valle di Cogne grava un mare di nubi, illuminato dalla luce siderale. E come il Leopardi, in quell’immensità, in quel mare annego dolcemente i miei pensieri e i miei ricordi, con il cuore che sorride di fronte al potersi godere ancora una volta tutto questo.
Penso alla salita di oggi, tra i primi larici che s’indorano, centinaia tra camosci e stambecchi, le nebbie, la pioggia, infine l’arrivo quassù sotto una furiosa nevicata. Soltanto poche ore fa, ma sembra passato un giorno intero.
E’ ora di dormire, domani è un altro giorno.
Colle del Pousset, quota
Bellissimo! Complimenti!
RispondiEliminaRoby, per la foto del mese del sito del CAi Volpiano prenderei questa.
RispondiEliminaMe la potresti mandare ad una risoluzione maggiore? (facciamo 1024 pixel il lato maggiore ?).
Grazie, ciao.
Jack
Jackminet@gmail.com