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venerdì 9 gennaio 2009

Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.

Questi versi di Fabrizio De Andrè mi sono venuti in mente questa mattina, al risveglio, quando ad est le prime schiarite, e le nubi rosa annunciavano la nascita del nuovo giorno.



Dai prati innevati saliva una nebbia bassa, creando luci soffuse, dopo l'ultima neve caduta ieri sera, che aveva ricamato alberi, prati, ed ogni cosa, accenntuando ancor di più la bellezza del paesaggioinvernale che si respira ormai da giorni.

Percorrendo la strada, gelata, bianca, entrando nel tratto nel bosco ricamato di neve e ghiaccio, con quella nebbia bassa tutt'intorno, mi pareva di essere in Lapponia o in Canada, ma semplicemente ero qui vicino a casa, tra questi campi e questi boschi che riconosco esser parte integrante della mia vita.

La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.


1 commento:

  1. bellissima immagine, in questi giorni ce n'è da scattare di stupende, grazie a neve-galaverna-nebbia

    ...e così hai anche ricordato la scomparsa di de andrè, ormai 10 anni fa...

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