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giovedì 28 febbraio 2008



qual è per voi il disco che vi ha "cambiato" la vita?

Per me è stato indubbiamente Led Zeppelin IV... sono passati ormai quasi 12 anni da quando lo comprai..

Fu una specie di boa, di spartiacque nei miei gusti musicali...

E' infatti da allora che cominciai ad ascoltare musica con la M maiuscola...

Lo sto ascoltando questi giorni in auto... fantastico... è l'Opera Summa dei Led Zeppelin... con pezzi fenomenali come Black Dog, la breve ma esplosiva rock and roll, Going to California che è stata un mio inno specie per i versi finali...

la possente When the levee breaks... quella batteria è qualcosa di unico...

e poi beh... Lei.... Stairway to Heaven. Ecco, se devo scegliere la MIA canzone, quella che mi rappresenta, è questa. Ha accompagnato l'inizio del mio andar per monti, l'inizio praticamente di una nuova vita. Dodici anni fa ho cominciato a girovagare seriamente per monti, con quella canzone in testa...

To be a rock and not to roll...

martedì 26 febbraio 2008

domenica 24 febbraio 2008

Lassù per le montagne
tra boschi e valli d'or
fra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor.


"La montanara, ohé!"
si sente cantare,
"cantiam la montanara,
e chi non la sa?".


Là su sui monti dai rivi d'argento
una capanna cosparsa di fior
era la piccola, dolce dimora
di Soreghina, la figlia del sol.



mercoledì 20 febbraio 2008

E ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e
mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro e
ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non c'entra niente
ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
e ogni volta che non è importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'è
proprio quando la stavo cercando
ogni volta
ogni volta quando....
E ogni volta che torna sera
mi prende la paura
e ogni volta che torna sera
mi prende la paura
E ogni volta che non c'entro
ogni volta che non sono stato
ogni volta che non guardo in faccia a niente
e ogni volta che dopo piango
ogni volta che rimango
con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani


 

martedì 19 febbraio 2008

Monte Rosso di Vertosan 2943 m, con gli sci

Avevo in mente questa salita da diversi anni, e ci pensavo seriamente da due settimane… Dopo la solita confusione organizzativa del pre-giiita tra capovolgimenti di fronte, di mete e di idee, il sabato sera all’ultimo minuto o quasi riesco a trovare due compagni per andare almeno in zona del Monte Rosso. Patty e Alex entrambi con le ciaspole. Forse la cima è un po’ impegnativa per le racchette, ma intanto si può andare a vedere… al massimo posso rifare la Leyssè che è una bella gita. Si parte quindi per la Vallèe, è nuvoloso, con mia sorpresa le nubi basse si inoltrano in tutta la valle, e la loro base è piuttosto alta. All’autogrill di Aosta incontriamo Chiara e Davide, che han deciso di andare al Fallère… mi chiedono se voglio andar con loro, ma per salite come quella devo prepararmi psicologicamente!! A Vetan arriviamo nella nebbia più fitta, fa un freddo cane, tutto è avvolto nella galaverna.

Partiamo alle 9.45 un po’ alla cieca cercando di seguire altre ombre nella nebbia e seguendo più o meno a memoria la strada per la Leyssè. So che usciremo dalle nebbie, ma il vero quesito è “a che quota??” . Sono fiducioso, e finalmente verso i 2050 m il disco solare comincia a filtrare tra le nubi. Pochi minuti ed usciamo al di sopra delle nuvole, e lo spettacolo è ovviamente unico. E’ sempre una grande emozione “bucare” le nebbie ed uscire al di sopra del mare di nubi. E’ spettacolare, ricopre tutta la valle d’Aosta, di fronte a me appare come una visione la Grivola, e con essa bei ricordi. Vado con la mente oltre quella montagna, su un’altra cima e ad una giornata di esattamente sei mesi prima…

L’umore sale alle stelle, il sole scalda, l’aria al di sopra di quel mare è limpida e cristallina. Ci fermiamo alle baite ……, per mangiare qualcosa e decidere il da farsi. Vedo in lontananza Chiara e Davide diretti al Fallère, dopo un breve briefing si decide di provare ad andare comunque verso il Monte Rosso. Al limite si può poi deviare a sinistra, risalendo ad un colletto alla base della Leyssè, cosa che tra l’altro avevo in mente di fare in discesa.

Seguiamo quindi la strada che aggira il dosso quotato 2622 m, e si inoltra nel vallone dominato dal Monte Vertosan e dal Fallère. Il percorso non è molto agevole soprattutto per i miei due soci con le ciaspole, i traversi si sa non sono belli da fare con quegli attrezzi sotto i piedi. Buona parte del percorso domina il mare di nubi, e spesso mi perdo ad osservarlo, rimanendo indietro. Entro poi nel vallone e raggiungo i due amici, proseguiamo in direzione del Monte Rosso, ora ben visibile di fronte a noi. Un’altra serie di traversi e usciamo in una conca proprio sotto quel colletto alla base della Leyssè. Qui decidiamo di dividerci, anche vista l’ora. Ci diamo appuntamento al colle verso le 15. Saluto gli amici e parto all’attacco del Monte rOsso. Mancano un 300-350 m di dislivello. Calcolo che in un’ora sarò in cima, se tutto va bene.

Fa caldo in questa conca, sono in maniche corte, sento il sole picchiare sulla mia testa, del resto è quasi la mezza. Mi avvicino al canale finale. Preferisco mettere i rampant, vedo gente in alto, quasi all’uscita del canale, che sembra tribolare un po’. La guida diceva che potevano essere utili i ramponi, li ho dietro, ma spero di non dover togliere gli sci. Entro nel canale, la pendenza aumenta, con numerose inversioni lo risalgo. E’ ripido sì, ma non è così tragico, almeno in queste condizioni. L’ultima inversione è su terreno molto ripido, ed eccomi sulla dorsale finale. Il Monte Bianco e le Grand Jorasses mi appaiono di fronte in tutta la loro maestosità.

In valle il mare di nubi si sta dissolvendo, lasciando posto ad una spessa foschia che si infila su per le valli di Cogne, Savaranche e di Rhemes, dritte di fronte a me. Guardo la dorsale… sembra assai ripida, ma percorribile con gli sci. Avevo letto che “il pendio finale è molto ripido e in discesa deve essere affrontato da sciatori esperti”. Mah… proviamo a vedere… risalgo la dorsale, infastidito da un’aria un po’ gelida. La pendenza aumenta ancora, alcuni tratti sono ripiducci ma c’è una bella traccia. Arrivo sulla cresta terminale… davanti a me la traccia incide praticamente il ripido pendio, sono pochi metri, ma un po esposti. Ma coi rampant non c’è problema, semmai sarà scendere… cmq sono su, sono in vetta. Sono le 13.25, ci ho messo meno tempo del previsto. Berg heil! Grande soddisfazione essere quassù. Mi spiace essere da solo però. Ma non si poteva fare altrimenti questa volta.. Il panorama è splendido, dal Bianco al Rosa, al Cervino, al mio amato Grampa, al Ruitor..

Mangio mezzo panino, poi l’aria fredda mi spinge a prepararmi per la discesa. Gli altri quattro scialpinisti in vetta si stan preparando pure loro. Aspetto che scendano per primi.. almeno il tratto esposto sul traverso.. mi concentro, ed è il mio turno. Pensavo peggio! E poi si apre sotto di me la fantastica, ripida dorsale. La neve è bella, studio ogni curva con calma, senza fretta. Arrivo sull’imbocco del canale… meraviglia, è tutto sotto di me. Comincio a scendere, vado a cercare i pendii più ripidi, e con la neve più cotta dal sole.. Meraviglia… provo quella sensazione che sento poche volte, in primavera… quando la neve trasformata, il firn, è così vellutato che ti sembra di danzare su e con la montagna… mi vien la pelle d’oca per qualche curva… poi ritorno alla realtà, la neve cambia ed a momenti cado :-P

Mi cerco i posti migliori, è comunque una bella sciata. Mi sposto sul versante opposto del canale, sull’esposizione est, nord-est, dove trovo neve farinosa. Non mi fido a traversare tutto il pendio in alto per perdere meno quota possibile, e scendo il bel pendio di neve farinosa, con qualche serpentina, fino a 2550 m circa. Qui rimetto le pelli, e faticosamente risalgo un’ottantina di metri di dislivello, fino a sbucare sul colletto a circa 2620 m alla base della Leyssè. Gli amici non ci sono, evidentemente sono già scesi alla baita. Mi riposo qualche minuto, tolgo le pelli, bevo del thè caldo, e son pronto. Clack, clack gli attacchi che si chiudono.

E via… i primi 50-70 metri sono fantastici, neve stupenda.. poi ahimè comincia il divertimento.. una fastidiosa superficie irregolare, semi gelata, con vecchie tracce, non permette di sciare in scioltezza… becco uno dei caratteristici canaloni da half-pipe del versante sud della Leyssè e scendo verso la baita. Esco dal canale a 2200 m, e per pendii aperti raggiungo la baita, e gli amici che si crogiolano al sole. Due chiacchiere, mangio qualcosa, e nel frattempo ecco arrivare Chiara e Davide dal Fallère, anche loro stanchi ma soddisfatti.

E’ ora di scendere… Alex e Patty con le ciaspole partono un po’ prima, noi tre sciatori scendiamo insieme cercando di trovare i tratti migliori.. io riesco a trovare un canale niente male, poi finiamo sulla pista battuta che porta a Vetan. Qualche deficiente con la motoslitta romba sui prati, al suo indirizzo partono i miei (e quegli degli altri miei amici) insulti di rito. Ancora qualche curva su una pista battuta ed arrivo a pochi metri dall’auto.

Meraviglia cambiarsi… e poi ritrovarsi tutti insieme, con la gola arsa, davanti ad una birrazza fresca, per dissetarsi e fare le solite chiacchiere del dopo-gita tra amici. Viene quasi sera, ed è ora di tornare a casa. Arriverò molto stanco, cotto dal sole, ma assai soddisfatto per questa scialpinistica che sognavo da tempo. Berg-heil, ed alla prossima.

Foto:

http://www.roby4061.it/photobook/vertosan.htm

libertà!


Domenica 17, primo tratto di discesa dal Monte Rosso di Vertosan 2943 m. Anche se la neve era bella solo in alto, è stata una delle più belle gite di scialpinismo che ho fatto.


Presto il racconto e altre foto.


Berg Heil!


 


 

venerdì 15 febbraio 2008

sei mesi fa..


...a volte un piccolo gesto vale più di mille parole...


manina.


:-)


 

giovedì 14 febbraio 2008


Quella è la via....


14.08.2007, Punta Rossa della Grivola, cresta nord-est. Grazie.



 

martedì 12 febbraio 2008

dentro ai miei vuoti

Subsonica (Amorematico, 2002)


Impalcature spartitraffico, fari alonati blu monossido
Due solitudini si attraggono: tu chi sei?

Come due intrusi che sorvolano le tangenziali dell’intimità
Fiutando diffidenze e affinità. Resta qui!

Da quanto siamo qua non chiederlo,
Dalle finestre luci scorrono,
Lenzuola stropicciate ...che ora è?
Stai con me!

Se c’è un motivo trovalo con me
Senza ingranaggi senza chiedere perché.
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,
Le tue paure addormentale con me
Se c’è un motivo.

Due solitudini si avvolgono
Due corpi estranei s’intrecciano
Duemila esitazioni sbocciano
Stai con me.

Se c’è un motivo trovalo con me
Senza ingranaggi senza chiedere perché
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,
Se c’è un motivo trovalo con me.
Senza ingranaggi senza chiedere perché
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me
Le tue paure addormentale con me

Se c’è un motivo

lunedì 4 febbraio 2008

neve

dopo un week-end nevoso in terra trentina, la Dama mi ha seguito...


fiocchi bagnati, ma pur sempre fiocchi, a regalare di nuovo una parvenza d'inverno...


viva la nef... viva la fioca!


 


 

I've found that soul


trough the mountains..


There's a light


brighting to us


I hope that light


will never turning off