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lunedì 5 novembre 2007

Tinuviel


Lunghe eran le foglie e l'erba era fresca,
E le cicute ondeggiavano fiorite e belle.
Una luce brillava nella foresta,
Era tra le tenebre un luccicar di stelle.
Tinúviel ballava nella radura,
Di un flauto nascosto alla musica pura;
Una luce di stelle le inondava i capelli
E la splendida veste, oh Tinúviel!

Lì giunse Beren dal monte imponente
E tra le fronde e gli alberi vagabondò disperso,
E dove il fiume elfico scorre turbolento
Camminò solitario ed in pensieri immerso.
Guardando tra le verdi foglie delle foreste,
Vide con meraviglia dalie dorate
Ricoprir il manto e la lunga veste
E la capigliatura bionda come cascate.

Per incanto i piedi guariti e riposati,
Che condannati erano ad errare lontano,
Ripresero il cammino, senza paura né rimpianto,
E tra i raggi di luna ei giocava con la mano.
Tinúviel tra i boschi elfici
Fuggiva con piedi alati
Lasciandolo senza amici
Nelle foreste e sui prati.

Beren sentì un suono puro, sublime e celeste,
Come di passi e danze pari a petali leggeri;
E musica vibrava sotto le foreste,
Cullando il suo cuore triste ed i suoi pensieri.
Giunse l'inverno e cupi gli alberi e le piante,
Sospiravano tristi, per il tormento
Cadevan le foglie con la luna calante,
La campagna era fredda e gelido tirava il vento.



La cercò sempre, lei ch'era bella,
Tra i rami e le foglie e le fronde delle piante,
Al lume della luna, al raggio della stella,
Sotto un cielo pallido, ghiacciato e tremante.
La sua veste fulgeva al bagliore lunare
Mentre in lontananza sul colle danzava
Ed ai suoi piedi agili si vedeva brillare
Una nebbia d'argento ch'ella emanava.

Passato l'inverno ella tornò a ballare
E col suo canto giunse la primavera,
Come una felice allodola o una rondine leggera,
Ed un fiume che scorre dolce verso il mare;
E quando ai suoi piedi spunteranno i fiori,
Ei non desiderò altro che starle accanto,
Poterla accompagnare nel ballo e nel canto
Sull'erba fresca dai mille colori.

Inseguita, di nuovo ella fuggì via.
Tinúviel! Tinúviel!
Il suo nome elfico era poesia,
Ed ella si fermò un attimo ad ascoltare
Come incantata la voce di Beren
Che svelto la raggiunse e come per magia
La vide fra le sue braccia splendere e brillare
Fanciulla elfica ed immortale.

Ma dal destino amaro furono separati,
E vagarono a lungo per monti e pendici
Tra cancelli di ferro e castelli spietati
E boschi cupi e tetri e luoghi abbandonati,
Mentre fra loro erano i Mari Nemici.
Ma un giorno luminoso si ritrovaron felici,
Ed assieme partiron, amati e infine uniti,

Attraverso boschi e campagne fiorite.



8 commenti:

  1. Uno dei più bei canti (lai) scritti da Tolkien :).


    Purtroppo la traduzione in italiano in più punti è errata, tipo qui "E la capigliatura bionda come cascate", Tinuviel era mora :P


    Misty

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  2. beh tradurre bionda al posto di mora ce ne va....


    mora? uhm.. come qualcuno che conosco io... ;-)

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  3. Si in inglese diceva più o meno i capelli color dell'ombra (ma non sono sicura, stasera controllo).


    Curiosità: sulla tomba di Tolkien & moglie, entrambi hanno voluto fosse scritto: "EDITH MARY TOLKIEN LUTHIEN / JOHN RONALD REUEL TOLKIEN BEREN ".



    Misty

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  4. "About him cast her shadowy hair

    "


    Ecchilo il verso incriminato ;)


    Misty

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  5. ed infatti quella del disegno ha i capelli mori. ;-)

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  6. beh capelli ombrosi anche io lo tradurrei come castani, mori... boh!

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  7. Sì infatti, ma poi anche Tolkien nell'opera epica "Il Silmarillion" la descrive mora.


    La prima traduzione de "Il Signore degli Anelli" presenta alcune imprecisioni, ma su un "malloppo" del genere sono comprensibilissime, plauso a quel genio della traduttrice: Vicky Alliata ai tempi aveva 15 anni!!!

    Qualche anno fa poi è uscita la nuova edizione con le imprecisazioni/errori corrette dalla STI (società tolkeniana italiana).


    Misty

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  8. Scusate se entro nel dibattito accademico, ma shadowy potrebbe significare "ricco di ombra" (o "portatore di ombra") nel senso che fornisce riparo dalla luce e rifugio nei momenti di pace... ed allora passiamo ad un livello semantico diverso rispetto al colore dei capelli.

    carissimi voi due elfi, dopo mezza bottiglia di aglianico del vulture non prendetemi troppo sul serio.

    Une bise

    gp

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